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Posts Tagged ‘allevamenti intensivi’

Oltre che carnivoro e’ anche cacciatore.

Cacciatore di trofei.Assassinii ,stragi,non tanto per mangiare ma per puro piacere di uccidere.

Sempre piu’ affiorano con impeto notizie,relazioni,prove,connessioni di malattie ,patologie,allergie,legate alla carne. Medici,ricercatori di case farmaceutiche,professori, no ce la fanno nemmeno piu’ a sostenere il contrario schiacciati dalle sempre piu’ evidenti conseguenze .

Cio’ non sembra preoccupare minimamente  mamme protettrici dei propri bimbi(a parole),pronte ad annuire e pontificare,salvo poi trascinare famiglie intere ,amici e parenti in quelle catene alimentari di fast food  dove si sa ma non si dice,come e dove si procurano la carne, oppure propinare malloppi di carne prendi un chilo paghi un etto, frutto di sterminii in serie di animali tirati su in gabbie 1×2 e punturati dalla nascita con il miglior menu’ di casa Monsanto &co.

I cinesi divorano qualsiasi cosa cammini con le proprie gambe o altro.I giapponesi infrangono immancabilmente la proibizione alla caccia delle balene,per scopi scientifici, come se non bastassero le stragi da inquinamento marino.

E poi, cosa cazzo tirate in ballo la scienza a fare? Terminator del cavolo.Abbiate almeno,una volta,la dignita’ di dire la verita’: Non ci frega un cappero delle leggi e della scienza,Noi le balene le cacciamo per altro.

Si spara sempre piu’ a specie protette e le liste in estinzione si allungano.

Si uccidono maestosi animali per mettere teste impagliate sopra il caminetto e raccontarla ad ospiti compiacenti ed ossequianti,tra un Armagnac e l’altro.

Tra non molto ,del regno animale restera’ un ricordo custodito in chiavette USB, da osservare come si faceva con le vecchie foto di famiglia durante le serate invernali.

Non basteranno nemmeno piu’ gli allevamenti intensivi, perche’ il pianeta sara’ stato spremuto alla follia per esigenze assurde e non ci sara’ nemmeno piu’ spazio e tempo per coltivazioni di pseudo foraggio.

E allora? Allora si cacceranno da soli, e si venderanno parti al kilo e pure in offerta.

Io saro’ belle e morto con tutte le mie idee di cambiare questo mondo e mi godro’,purtroppo, lo spettacolo da qualche parte.

L’uomo deve uccidere sempre e comunque .

Se gli animali finiscono ci sono sempre gli uomini.

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e poi,dulcis in fondo,finche’ ci saranno testimonial del genere che indossano vestiti di carne vera ( si si non e’ una bufala…forse e’ carne di manzo),siamo a posto .

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lady Caca o Caga ,nn rammento bene, con il vestito in vera carne agli MTV

 

 

 

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Adesso non e’ più la solita storiella di noi vegetariani, come dicono i cari onnivori.Adesso,finalmente,l Organizzazione Mondiale della Salute, si e’ schierata dalla parte della ragione e non da quella dei produttori global_intensivi e di Big Pharma e loro pasticche.

Alimentazione l’Oms: la carne rossa favorisce il cancro, come il fumo e l’amianto

Carni-dal-Cilento

Bacon, hamburger e salsicce potrebbero causare il cancro al pari delle sigarette. A dirlo è l’Organizzazione mondiale della Sanità, che aggiungerà i prodotti confezionati di carne rossa alla propria lista di sostanze cancerogene, assieme a fumo, arsenico, alcol e amianto. Nel mirino anche la carne rossa fresca, che verrà inserita nella “enciclopedia dei cancerogeni” ed etichettata come “lievemente meno pericolosa” rispetto ai lavorati industriali. Lo rivela in anteprima al Daily Mail britannico una “fonte interna ben posizionata”.

Ancora l’Oms non ha aggiornato le proprie linee guida, ma si attende – forse per lunedì – una presa di posizione ufficiale. Una novità potenzialmente choccante per le catene di fast food e per l’industria della carne, che potrebbe portare a nuove regole ed etichette alimentari. Incaricata della classificazione è l’Agency for Research on Cancer dell’Oms, che ha approfondito la questione in seguito alle preoccupazioni crescenti che la carne fosse all’origine del cancro all’intestino, il secondo tipo di tumore per frequenza nel Regno Unito.

La carne in generale contiene grandi quantità di grasso, e c’è il dubbio che il composto che la rende rossa possa danneggiare lo strato interno dell’intestino. Non migliorano la situazione i trattamenti di preparazione e conservazione industriali, dalla salatura all’aggiunta di conservanti chimici, potenzialmente cancerogeni. Le stime del governo inglese indicano che, nella metà dei casi, per evitare di ammalarsi di tumore all’intestino basterebbe seguire uno stile di vita più sano, che prevede un consumo non eccessivo di carne rossa

per chi volesse approfondire qui oppure qui

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Fatti e misfatti del business dell oro bianco

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Legati e lasciati a morire di stenti, scaricati nei fiumi e nei corsi d’acqua per farli annegare; oppure soppressi a colpi di bastone e lasciati in montagna a marcire e a diventare cibo per gli animali selvatici. È il triste destino dei capi bufalini la cui colpa è quella di essere nati maschi, e quindi non produttori del preziosissimo latte utilizzato dai casari per produrre la mozzarella, orgoglio del Made in Italy in tutto il mondo. Un business di milioni di euro dove la catena produttiva è tutto ed un bufalo femmina è un tesoro da coltivare ed il maschio quasi un fastidio. L’ultima mattanza è avvenuta in località Cannito a Capaccio: tra sterpi e rovi sono stati trovati 12 piccoli, di cui solo uno di sesso femminile. Una strage in un territorio, la Piana del Sele, dove si registra la maggiore presenza di aziende zootecniche votate, appunto, alla produzione dell’oro bianco.

Costi e da eliminare. L’uccisione dei bufalotti da parte di allevatori senza scrupoli ha solo finalità economiche. L’allevatore non riesce ad ottenere nessun reddito da quel maschio senza latte; e alimentarlo fino all’età adulta ha un costo molto elevato. Il mancato guadagno spinge alcuni bufalari a disfarsi dei vitellini maschi appena nati; e spesso in modo cruento

La maniera più facile è scaraventarli nei corsi d’acqua. Per essere sicuri legano loro le zampe impedendo ogni possibile movimento. Una pratica purtroppo confermata dai tanti rinvenimenti di carcasse di animali nei fiumi che attraversano la Piana: i vitelli sono stati ritrovati ancora con un cappio al collo, quello utilizzato per trascinarli fino alla sponda del fiume da dove vengono lanciati in acqua ancora vivi. E poi la fine orribile che hanno fatto i 12 vitellini lasciati a Cannito: legati tra di loro e poi appesi ad un albero. Lasciati morire di stenti con la speranza che le carcasse sarebbero diventate cibo per gli animali selvatici. Ma ci sono pratiche di soppressione ancora più atroci. I maschi appena nati vengono strappati alla madre, soffocati direttamente in stalla ficcandogli la paglia in gola, sotterrati vivi, buttati nella fossa del letame.

Cosa fa l’Asl col Dna. I controlli del servizio veterinario in questi ultimi anni, per contrastare il fenomeno dell’abbandono e uccisione di capi bufalini maschi, sono stati rinforzati soprattutto nella Piana del Sele. In questo ultimo anno infatti il rinvenimento dei bufalini a Cannito è il solo accertato, o quantomeno quello con un numero di capi uccisi più cospicuo. E sono diminuiti i casi di scarico abusivo degli animali nei fiumi, nei canali e corsi d’acqua in genere. E questo perché i veterinari addetti ai controlli procedono con i prelievi del sangue degli animali morti per il recupero del Dna. Un elemento importantissimo che consente di risalire alla bufala, (e anche al toro che ha montato la bufala) che ha partorito quel vitellino e incastrare così l’allevatore che si è disfatto dell’animale. Solitamente gli animali vengono abbandonati non molto lontano dalle aziende. Nel caso di carcasse rinvenute in acqua vengono controllate tutte le stalle che insistono lungo il fiume. Gli allevatori rischiano di essere denunciati: la nuova normativa per il maltrattamento animali prevede il carcere

Mattanza per soldi. In un allevamento, mediamente, una bufala partorisce una volta all’anno: il 70% dei capi sono dei maschi, raramente la percentuale è del 50%. Pertanto, in un allevamento di 200 bufale nascono 140 maschi non produttivi. Appena nati vengono immatricolati e se l’allevatore segue la procedura legale, il vitellino viene portato al macello non prima però che siano trascorsi 10 giorni durante i quali, come prevede la normativa per il benessere animale, va comunque alimentato. Prima del termine fissato dalla legge, non possono essere allontanati dalla stalla: bisogna attendere l’essiccazione del cordone ombelicale. Un vitellino consuma circa 4 litri di latte al giorno per un costo di circa 5 euro. L’alimentazione prima del macello ha, quindi, un costo di circa 50 euro più 5 euro per immatricolazione e registrazione nella banca dati. Moltiplicato questo costo per 140 capi nati in un anno, si arriva ad una spesa di 7.700 euro annui in un allevamento di 200 bufale. Senza con tare che gli allevatori effettuano una ferrea selezione genetica dei tori per la rimonta delle bufale. Ogni anno vengono scelti all’interno dell’allevamento due capi maschi dalle bufale che risultano essere le più produttive. «L’obiettivo della selezione – spiega un allevatore – è quello di migliorare la genetica. Solitamente ogni anno si scelgono due tori per sopperire nel caso di sterilità o altre problematiche di capi già selezionati e utilizzati. Un toro viene utilizzato per l’attività di monta per circa otto anni». Su centinaia bufalotti solo il 10%, alla fine, viene utilizzato per la rimonta delle bufale. Il destino degli altri è irrimediabilmente segnato. Finiranno tutti al macello.

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Cibo per cani e gatti. I capi bufalini che vengono macellati non vengono utilizzati per l’alimentazione umana ma sono destinati alla realizzazione di mangime per cani e gatti. La carne dei piccoli non è “matura” per il consumo umano. Il disciplinare prevede che il capo prima della macellazione debba raggiungere l’età adulta che comporta per gli allevatori dei costi. Quasi tutti decidono per la macellazione anche perché, per fare un esempio, affinché un bovino raggiunga il peso di 5 quintali occorre un anno e mezzo, due anni nel caso del capo bufalino. Se dal bovino si ricavano su cinque, tre quintali di carne, da un capo bufalino poco più di due quintali. «È una cosa tristissima – afferma il presidente di Legambiente, Campania Michele Buonomo – da ambientalista esprimo dolore per la sorte di questi bufalotti maschi condannati perché non produttivi. È un problema per il quale non si riesce a trovare una soluzione, non c’è mercato per la carne di bufalo. Bisognerebbe rinunciare alla produzione di latte e, quindi, alla mozzarella». Dura la condanna che arriva dall’associazione “Gabbie vuote di Firenze”, presieduta da Mariangela Corrieri, che chiede ai ministeri della Salute e delle Politiche Agricole «di attivarsi per far cessare lo scempio legale e morale delle uccisioni dei vitellini maschi, che le Asl locali effettuino i controlli periodici e i responsabili siano puniti severamente».

fonte La Città di Salerno

video inchiesta è stata condotta dall’organizzazione Four Paws International e diffusa in Italia dalla Lav

attenzione ,sconsigliato per persone molto sensibili

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La battaglia sulla carne e’ infinita e non finira’mai. Ci hanno cresciuto a bistecche con la benedizione di dottori,dietologi,alimentaristi, sui benefici della carne. Molti di noi continuano imperterriti,altri, grazie ai continui flussi di informazione libera incominciano a ravvedersi, altri ancora sono nati e cresciuti gia’ in contesti culturali o religiosi dove il solo privare la vita a un animale e’ un sacrilegio-

E’anche falso dichiarare che la carne e’ essenziale ed insostituibile, leggete qui per trovare le valide alternative.Quello che e’ sicuramente appurato, oggigiorno, riguarda la totale distruzione in ambito ecologico ed ambientale da parte dalle multinazionali alimentari per perseguire profitti a scapito della salute dell’individuo.Aggravante crudele ,sono i notevoli supplizi e sofferenze che gli animali sono costretti a subire.Se riuscite , guardate questo video per rendervene conto.

Di seguito uno stralcio dell ottimo “quattro sberle in padella” di Carnazzi,Apuzzo, anche se leggermente datato, le metodologie illustrate sono assolutamente attuali,anzi diciamo pure che la direzione e’ sempre piu’improntata verso i numeri a tutti i costo,a scapito di tutto il resto,salute umana compresa.L’importazione di carne americana “trattata” e’sempre stata proibita, ma l’improvvisa accelerazione che il governo USA vuole dare al famigerato TTIP(accordo di libero scambio USA-UE) sembra presagire a nefaste conseguenze per la salute di tutti noi. Il fatto che nessuno si opponga decisamente,Italia compresa,fa altrettanto supporre che ci siano allettanti contropartite per i governi.

TTIP-protest-in-Hamburg-photo-campact-1024x682-660x330 Money,contratti,appalti,protezione,armi, in cambio di acquistare carne,medicinali e quant’ altro, senza necessari ed approfonditi controlli. Per i politici la salute e’ ,a quanto sembra,un optional.

ALLEVAMENTI INTENSIVI.

Sembrerà un consiglio rivoluzionario, ma certo va alla radice del problema: evitare ogni prodotto proveniente da allevamenti intensivi.“Allevamenti intensivi” sono i capannoni industriali, nati negli anni Sessanta, in cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali (in America ci sono feedlots con dentro 100.000 e più capi di bestiame) in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell’aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti ad alimentazione forzata, immunodepressi.
Le condizioni di vita degli animali, tali da suscitare pietà, sono oggetto di continue battaglie da parte
delle associazioni animaliste.Ma la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e sono la causa prima e principale della diffusione a raggiera dei veleni e dell’esplosione degli scandali alimentari (“mucca pazza”, “pollo alla diossina” e vedremo quali altri).La “modernizzazione” zootecnica ha riempito i cibi di residui di stimolatori dell’appetito, antibiotici(metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata alla zootecnia), erbicidi, stimolatori della crescita, larvicidi e ormoni artificiali. Proprio l’abuso di antibiotici in zootecnia è all’origine del  fenomeno della resistenza, che da 20 anni tanto preoccupa gli scienziati e le cui percentuali in Italia sono quintuplicate dal ’92 a oggi: lo sviluppo di pericolosissimi superbatteri resistenti a tutti i trattamenti farmacologici (l’ultimo, lo streptococco VISA, ha già ucciso 4 persone negli USA e due anziani in Scozia — e si è già avuto il primo caso in Italia; in USA in un sacco di mangime per polli sono stati trovati batteri resistenti a tutti gli antibiotici!). Molte altre malattie, l’afta epizootica, l’Aids bovino (Biv), la salmonellosi, l’encefalopatia spungiforme bovina sono consustanziali all’allevamento intensivo. Ecco a voi i metodi di allevamento di alcune specie.

MUCCHE E BOVINI:

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i trattamenti con ormoni d’origine animale, di sintesi, sperimentali,sicuramente non sono stati interrotti. In America i trattamenti con ormoni sono non solamente ammessi,ma incoraggiati, e continuano ad essere sperimentati: zeranolo, estradiolo, testosterone, progesterone,trenbolone acetato sono in continua sperimentazione e inoculati in vitelli, mucche e tori. Riescono a farli crescere più velocemente del 50%. Per questo, per fortuna l’UE continua a tenere le proprie frontiere chiuse all’importazione di carne trattata con ormoni: l’ultimo rifiuto ufficiale data luglio 1999.Allora la ormai celebre (o famigerata?) WTO (World Trade Organization) avrebbe ordinato di”lasciare che il bando venga disatteso”, e gli USA hanno chiesto miliardi in risarcimenti. Ma in Europa l’importazione di carne americana è ancora vietata.
In Italia le condanne penali della Cassazione si susseguono, poche ma senza soluzione di continuità,
mentre l’Istituto Superiore di Sanità trova diversi corticosteroidi illegali nel latte, e 17-beta-estradiolo
nel siero bovino (usato per i vaccini). D’altronde, il D.lgs. 27/1/1992 n.118 vieta, è ovvio, la
somministrazione di ormoni, ma li autorizza a scopo terapeutico e nel periodo successivo al parto,
cioè: volendo, sempre. Dell’ormone DES (Dietilstilbestrolo), che provoca cancro al seno, è
difficilissimo accertare la presenza, essendo attivo anche in dosi infime (parliamo di milionesimi di
grammi). Secondo il Comitato Scientifico dell’Unione Europea, che doveva pronuciarsi a proposito
del doping, anche dosi infinitesimali di queste sostanze usate dagli allevatori danneggiano la salute
umana, innescando tumori e alterando le risposte del sistema immunitario10. Inoltre, i valori residuali di
ormoni ritenuti innocui fino a dieci anni fa, sono oggi , grazie a dati scientifici più raffinati, considerati rischiosi per i consumatori, specialmente per i bambini in età pre-puberale .11
Le ricorrenti malattie dei bovini provocate dalle condizioni-limite in cui vivono costringono a terapie
antibiotiche senza sosta. All’esame anatomo-patologico si rileva un’incidenza elevata di lesioni
muscolari dovute all’uso di sostanze xenobiotiche.

La dipendenza della zootecnia dall’industria farmaceutica presenta questi riflessi negativi:

— sofferenza e patologie iatrogene negli animali;
— residui pericolosi negli alimenti d’origine animale;
— gravi rischi epidemiologici per selezione microbica;
— alterazioni del processo di depurazione con peggioramento dell’inquinante;
— rischi mutageni per i principi emessi nell’ambiente.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente messo sotto inchiesta i residui di certi
farmaci veterinari nel cibo: solo tra il ’97 e il ’98: abamectina, clorotetracicline e tetracicline, il
famigerato clembuterolo, cipermetrina, a-cipermetrina, neomicina, ossitetraciclina, spiramicina,
thiamphenical, tilmicosina, xilazina, e ancora ceftiofur, cyfluthrin, danofloxacina, di-idrostreptomicina
e streptomicina, fluazuron, flumequine, moxidectina, spiramicina. In Italia, è matematicamente certo (lo
dimostra la sproporzione tra le ricette “ufficiali” e il numero di animali: solo 5 ogni 100) che i farmaci
vengono acquistati sul mercato nero per non doverne segnalare l’uso. Poi, poco prima della
macellazione, viene somministrato agli animali un fortissimo diuretico che cancella le tracce delle
sostanze illegali.I farmaci innescano una lunga reazione a catena di rischi igienici: nel gennaio ’98 la FDA lanciòl’allarme per un’enorme quantità di farmaci parenterali distribuiti da una società californiana infettati dal bacillo mortale Cereus bacteria: Soluzioni saline ipertoniche, Lactated Ringer’s Solution, Calcium Gluconate 23% Solution, Dextrose Solution 50%, soluzioni elettrolitiche… Hanno luogo anche
trattamenti con farmaci sperimentali.Nei mangimi può esserci ogni genere di rifiuti ripugnanti: carogne di animali, scarti dell’industriadi trasformazione, lettiere o escrementi animali, residui della lavorazione dello zucchero, dell’olio,paglia trattata con ammoniaca, olii esausti di motori, addirittura i reflui inquinanti delle distillerie di whisky e di gin; in Francia finivano nei mangimi le acque nere, bollite, delle puliture dei macelli e delle stalle, “condite” con gli scarti della spremitura a caldo dei resti dei macelli. Il mais, che nella dieta dei poveri bovini ha sostituito il più costoso fieno, fermenta nel loro colon e favorisce la proliferazione di batteri, causa di pericolose infezioni che, inItalia, costringono ogni anno decine di bambini alla dialisi per danni ai reni. Nelle città non dotate d’inceneritore, diventano “farine per animali” le carcasse di  animali raccolti dalla Nettezza Urbana (cani e gatti randagi, topi, ratti e pantegane). Anche gli animali portati dal proprio veterinario per la “morte dolce” fanno la stessa fine: attenzione, potremmo ritrovarci Fido o Micio nella catena alimentare! Addirittura, potrebbero essere reimmesse (con o senza il consenso dell’ASL) nel mercato dei sottoprodotti (art.5 c.1 del D.lgs suddetto) le carni e i derivati sottoposti a trattamenti vietati! Così, nei grassi degli animali si accumulano le diossine, pesticidi come   il 4-4′ DDT, DDE, DDD, EDTA e metalli pesanti come il cadmio (per colpa del quale nel ‘95 si è scoperto che una fettina di cavallo su due è fuorilegge), piombo, arsenico e cromo.
Però, la sanzione (depenalizzata) per chi commercializza mangimi scadenti va da lire 600.000 a lire
3.000.000; se sono nocivi “per il bestiame… ammenda da lire 250.000 a lire 2.000.000” (art.22
l.15/2/1963, depenalizzata e aggiornata nel 1981).
La Confcommercio, su impulso del DM 13/4/99, ha avviato a fine ’99 una ricerca per censire gli
intermediari che immettono in commercio additivi, miscele, prodotti proteici, amminoacidi e simili,
tentando di ricostruire l’intero iter della fabbricazione. Speriamo. Ne vedremo delle belle.
Perfino nelle mangiatoie dei disgraziatissimi animali si annidano veleni: uno studio condotto in
Europa nella primavera ’98 ha rivelato che una mangiatoia su tre era contaminata da antimicrobici
non dichiarati, una su quattro a concentrazioni elevatissime: clorotetraciclina (CTC) nel 15% dei casi,
sulfonamidici nel 7%, penicillina nel 4%, trattamenti ionoforetici nel 3%, e tutte le concentrazioni di
sulfonamidici erano sufficienti per lasciare residui tali da causare danni ai tessuti, alle mucose da
contatto.
Importazione illegale di carne. Ne ha parlato con coraggioso tempismo Antonio Delitalia, dalle
colonne de «Il Giornale» (16 giugno ’97): «ci sono due tendenze tutte italiane di fronte a un argomento
scomodo e ingombrante: chiudere un occhio e fare finta di non avere visto, o spalancarli tutti e due e
denunciare situazioni che travalicano la realtà. Il problema della carne contaminata da clembuterolo e
affini rischia di essere uno di questi. Scomodo perché si parla di frode alimentare, ingombrante perché
la carne arriva nel piatto di oltre quarantacinque milioni di italiani».
Il problema esiste. Lo confermano Ministero della sanità e Istituto superiore della sanità,
Associazione dei consumatori e Associazione dei produttori di carne di vitello… Il problema assai
grave è quello dell’importazione di carni clandestine, che, per evitare l’Iva, sfuggono qualunque
accertamento sanitario. E dal Triveneto gli allevatori fanno sapere che il 10% della carne importata è al
clembuterolo. Dal momento che importiamo circa il 50% della carne bovina che consumiamo, il
problema ha dimensioni preoccupanti. Non allarmistiche, ma preoccupanti.
Dice Vincenzo Dona, segretario generale dell’Associazione consumatori che ha elevato frequenti
proteste, senza però ottenere risultati apprezzabili: «I controlli sono inadeguati, e fanno acqua più di
una bistecca al cortisone».

L’Europa ha imposto il marchio di qualità, però il governo è inadempiente.
Ma anche l’importazione, che raggiunge in alcuni settori il 50% dei consumi, va disciplinata. Per
evadere l’Iva si è creato un mercato clandestino lucrosissimo. Ma anche nell’importazione legale il
controllo è possibile solo sulle mezzene, non sulla carne pezzata e confezionata che finisce sul banco di
macelleria.Un documento ministeriale certifica l’avvenuta intossicazione collettiva di Assisi per carne al
clembuterolo, la cui responsabilità, ridotta a pochi allevatori, ricade su tutti.
«Il problema esiste» diceva nel ’97 il prof. Agostino Macrì, responsabile del servizio veterinario
dell’lstituto superiore di sanità. E, per quanto ci riguarda, va risolto perché riguarda la salute.
Ma nulla è stato fatto.E non ci sono solo veleni “artificiali”. Come se non bastasse, anche i c.d. “contaminanti naturali” sono un’insidia per chi mangia carne: le aflatossine (un tipo di micotossine, sostanze tossiche prodotte dalle muffe) possono contaminare i cereali destinati a diventare mangime per animali prima e durante il raccolto o per immagazzinamento e conservazione sbagliati. Quando gli animali mangiano cibo  contaminato, perdono peso e diminuisce la produzione di latte; i metaboliti di queste tossine infettano i tessuti animali commestibili, e si riversano nel latte. Sono pericolose per la salute umana
concentrazioni di aflatossine superiori a 20 miliardesimi di grammo nei mangimi e a 0,5 miliardesimi di
grammo nel latte! Infine, lo stress innaturale e perpetuo causa un accumulo di adrenalina che realmente avvelena la carne, la cui assunzione può essere nociva per l’uomo. Motivi dello stress: condizioni di vita,
alimentazione forzata, interminabili trasporti di ore e giorni con carri bestiame fermi alle frontiere o nei
porti senza alcun supporto vitale, niente acqua, niente riposo, niente riparo dal sole torrido o dalla
pioggia. Unica speranza, la morte.

VITELLI

Bovini2

il sistema per mantenere la carne pallida, rosea e delicata consiste nel tenerli in condizioni
enormemente innaturali. Al terzo-quarto giorno di vita, strappati alle madri inseminate artificialmente,
vengono collocati ognuno in un box largo 40 cm. e lungo un metro e mezzo. I vitelli sono legati con
una catena al collo per impedire ogni movimento (la catena potrà esser tolta quando il povero essere
sarà cresciuto tanto da occupare tutto il ristretto spazio del box). Essi non vedranno mai né paglia né
fieno, poiché mangiarne potrebbe rovinare il tenue colorito delle carni. Gli studiosi, per questi poveri
vitellini, parlano di stress acuto e cronico, le cui conseguenze sono immunodeficienza (i vitellini si
ammalano), infezioni, necessità di antibiotici. Nutriti con budini semiliquidi iper-proteici che causano
un’inestinguibile arsura (l’acqua è loro assolutamente negata, per indurli a ipernutrirsi, mangiando più
budino e più velocemente) e un’inarrestabile dissenteria per spingerli all’anemia al fine di sbiancare le
carni; disordini digestivi e ulcere sono frequenti; sottoposti a cicli costanti di trattamenti antibiotici,
dopo tredici-quindici settimane si portano al macello. Avete mai visto gli occhioni spaventati di un
vitello portato al macello?

Q L’allevamento intensivo bovini e vitelli è anche un rischio ecologico e biologico, oltre che sanitario. I vitelli sono la “residenza” preferita di germi e infezioni, di Escherichia coli 0157:H7, VTEC e STEC, parassitemie theileriali da Theileria buffeli, Neospora caninum (diffusa dal Canada all’Argentina, e in Spagna) e altre malattie epidemiche. Per esempio, nel novembre ’99 un modello di simulazione dinamica realizzato dal Dipartimento di farmacologia, microbiologia e igiene alimentare della Scuola norvegese di scienze veterinarie di Oslo ha stabilito che, anche qualora l’importazione di carne di vitello in Norvegia cessasse nel volgere di due anni, per oltre dieci anni continuerebbero a crescere le infezioni da Taenia saginata nei vitelli domestici, e di conseguenza gli episodi epidemici di infezioni negli uomini. Nell’agosto del 1999 è stato isolato in Malaysia un Enterococcus faecium quasi invincibile, resistente alla vancomicina e a un’ampia gamma di antibiotici. E dov’era? Era in 10 campioni di tessuto molle di carne bovina.

 Nota di demerito speciale per il fegato di vitello e di bovino adulto, che molti ritengono “prelibato”. Il fegato si impregna di tutte le sostanze nocive assimilate da un organismo.12

 Carne trita. La carne trita è soggetta ad annerimento più di altri “tagli” di carne. Non possiamo escludere la possibilità che “additivi non consentiti” (come scrive la Pretura di Torino in una sentenza di condanna di un macellaio) vengano aggiunti per ritardare questo processo. Io ho iniziato a sospettare qualcosa di simile quando mi sono accorto che i miei gatti, ghiottissimi di carne, invece annusavano con diffidenza e non assaggiavano neppure la carne trita quando provavo a offrirla loro. Comunque, nei supermarket, ove ormai spesso è confezionata “in atmosfera protettiva” (CO2), è più difficile che quest’eventualità si verifichi.

 Ragù. Sfuggono all’etichettatura i conservanti e gli additivi di cui è impregnata la “carne secca perminestre” e la “carne secca per preparati di minestre o salse”. I più pericolosi sono i gallati di propile (E310),di ottile (E 311), dodecile (E 312), eritorbati…

MAIALI.

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Intelligenti e giocherelloni, di intelligenza paragonabile a quella dei cani — e forse superiore —, in condizioni inidonee i maiali stressati tendono a mordersi la coda, che quindi vien loro tagliata, “smozzata”, insieme coi denti e con le orecchie. Le scrofe vivono recluse e immobilizzate,ridotte a partorire, esser private dei piccoli, per poi essere inseminate di nuovo e così via, fino ad
esaurimento. Grazie a metodi di allattamento artificiale, il roseo maialino viene svezzato 6-12 ore dopo
la nascita. Possono morire di PSS, Porcine Stress Syndrome, “stress, rigidezza, pelle a chiazze, affanno,
ansia e morte improvvisa”. Spesso si azzoppano sui pavimenti, a rade assicelle per far passare gli
escrementi. Gli odierni suini da carne vengono letteralmente schiacciati dal loro stesso peso, le ossa, le
articolazioni degenerano e spesso le bestie perdono l’uso degli arti posteriori, ipertrofici.

Q Un’inchiesta di Giuliano Ferrieri, pubblicata con sorprendente preveggenza dall’“Europeo” nel 1991,
elencava (in sintesi) quel che si trova in una fettina di carne:
— Ormoni
— Antibiotici
— Fattori di crescita
— Virus
— Beta-bloccanti
— Ritardanti tiroidei
— Psicofarmaci
— Pesticidi

Uno studio pubblicato nel novembre ’99 ha verificato che, su 158 campioni di salsiccia cruda comprati nei
supermarket di Dessau nell’arco di 4 mesi, nel 9% di essi si è riscontrata la presenza di una tossina prodotta dall’Escherichia coli (VTEC).14

CONIGLI:

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Ora tocca ai conigli. Nel novembre del ’96 il mercato della carne di coniglio ha subìto un tracollo, per la presenza di carni contaminate da un farmaco, l’Olanquidox, usato contro forme infettive. A metà giugno ’97, ventimila conigli sono stati sequestrati a Perugia: i mangimi utilizzati conterrebbero sostanze chimiche del tipo Carbadox, ammesse sino allo svezzamento nell’alimentazione dei suini, ma severamente vietate per le altre specie animali da carne. I Nas risalirono al mangimificio della zona di Perugia che aveva prodotto, a quanto pare, mangimi in modo difforme rispetto a quelli richiesti. Fu vietata la vendita dei conigli.
Il Carbadox viene utilizzato nella profilassi delle enteriti batteriche e, se la positività delle carni è
elevata può rappresentare un pericolo per la salute a causa degli effetti tossici.«Alcuni prodotti tossici – precisano al servizio veterinario dell’Istituto superiore di sanità – sono eliminati entro un periodo abbastanza lungo, circa un mese. Se la macellazione e la consumazione delle carni avviene prima, è probabile rilevare condizioni di tossicità».

Ma mentre la carne al clembuterolo determina, appena ingerita, sintomi precisi (cefalea, 1
tremori muscolari, tachicardia, ansia), la carne di coniglio trattata con farmaci usati contro malattie
epidemiche non determina alcuna sintomatologia, ma potrebbe dar luogo a intossicazioni croniche.
Inoltre, c’è un altro veleno che ammorba la carne di coniglio. Si tratta di avvelenamento mentale.
Vedete i conigli spellati appesi alle vetrine delle macellerie o raggomitolati nelle vaschette di plastica
dei supermercati, che vi guardano con gli occhietti neri? Ma, dannazione, non sembrano feti umani?

GALLINE E POLLAME

Allevamento_intensivo_di_galline

 alla nascita, i pulcini maschi vengono “scartati”, gettati via e tritati vivi.
Gli animali allevati, chiusi in gabbie strettissime, si strappano le piume e si mangiano a vicenda
(cannibalismo) in accessi furiosi. Per quanto concerne le galline: irradiate con infrarossi, sottoposte alla
ghigliottina dello “sbeccamento” (taglio del becco), bioritmi alteratiio da cicli notte/giorno artificiali,
alimentazione forzata con pastoni fatti col loro stesso guano, con scarti alimentari, residui d’ogni genere
e di provenienza incontrollabile. Nei mangimi dei polli e dei maiali belgi sono stati trovati PCB
(bifenile policlorurato) — come mangiare insalata di pollo condita con olio di macchina usato! —,
altamente tossici e cancerogeni: la loro diffusione è responsabile dell’aumento di gravi malattie in quanto i PCB si accumulano nella catena alimentare.Gli animali sono così malati che devono essere praticate ininterrotte terapie antibiotiche, tanto violente ed invasive che un veterinario d’una USSL testimoniava di aver dovuto imporre un “blocco ” all’uso di antibiotici in un allevamento industriale: risultato devastante, 20.000 polli morti in pochi giorni.

OCHE.

Il prelibato pâté de foie gras è così ottenuto. Alle oche viene tagliato il becco, inutile
intralcio all’alimentazione. I loro piedi palmati vengono inchiodati al pavimento, e si procede poi ad
agevole ingozzatura forzata di 2,7 kg al giorno di un’untuosa pappetta salata con un lungo imbuto che
penetra giù nell’esofago, oltre la sacca dell’ingluvie, fin dentro lo stomaco ghiandolare — operazione
traumatica, causa di ulcerazioni — facendo loro sviluppare abnormi, malati, deformi fegati ipertrofici:
insomma si provoca la steatosi epatica.
Sul «Corriere della Sera» del 23 dicembre ’98 leggiamo e trascriviamo: «”Unione Europea, in
pericolo il “foie gras”: “Metodo di produzione dannoso, va cambiato”. Potrebbe essere l’ultimo natale
in cui i “gourmet” potranno aprire i loro cenoni con il buon vecchio “foie gras”. Dipende dagli
scienziati dell’Unione Europea e, soprattutto dalle conseguenze dei loro studi. Un’indagine sul metodo
di produzione della prelibatezza— ottenuta dal fegato di oche e anatre forzate a ingollare granaglie
attraverso una sonda inserita in gola due volte al giorno— ha concluso che “l’alimentazione forzata cosi
come viene condotta è una minaccia per la salute dei volatili”. Gli scienziati hanno sollecitato i
produttori di “foie gras” ad adottare sistemi d’allevamento e nutrizione più appropriati: un cambiamento
drastico che rischia di seminare scontento e rabbia soprattutto in Francia, maggiore produttrice.
Per ora si tratta di raccomandazioni non vincolanti. Il vero problema si presenterebbe per produttori e
buongustai se i Quindici decidessero di adottare lo studio e le sue conclusioni come base per una
ridefinizione legislativa della materia. Il metodo seguito ora produce un ingrossamento del fegato di
anatre e oche fino a dieci volte le dimensioni normali. Dopo la macellazione il fegato viene venduto
non trattato o in forma di paté. Secondo gli scienziati, una soluzione “estrema” sarebbe il bando alla
produzione importazione e vendita di “foie gras” prodotto attraverso l’alimentazione forzata

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Adesso la colpa del riscaldamento globale, dell effetto serra,dell inquinamento atmosferico e’delle MUCCHE.

Negli stati uniti ,il maggior produttore e consumatore di carne, circa 88 milioni di bovini anno, si stanno studiando rimedi alle “emissioni”delle mucche,responsabili di disperdere tons di metano nell aria. E allora,frotte di scienziati , sono impegnati a studiare mangimi speciali, diete,pillole per abbattere l’effetto “catastrofico” che una mucca ha nei confronti dell ambiente.

Persino Obama in persona,noto divoratore di hamburgers ed hot dogs, si e’ messo in gioco.

A pensare di abbattere il problema del global warming con drastiche soluzioni industriali, quali la riduzione delle emissioni derivanti da sfrenate attivita’ industriali,da milioni di autoveicoli circolanti,dai miliardi di bombolette spray,a pensare ad implementare energie pulite,rinnovabili e non il solito maledetto petrolio, non se ne parla nemmeno.GUAI!!! i suoi amici del G8 inorridirebbero al solo pensiero di ridurre i profitti industriali.

Ridurre il consumo di carne????

Ma siamo pazzi!

Di seguito vi rammento le conseguenze di allevamenti estensivi di animali da macello

Consumo di risorse alimentari

La produzione di cibi di origine animale e in particolare di carne richiede pertanto un vasto uso di risorse alimentari. Un terzo della produzione mondiale di cereali – 745 milioni di tonnellate nel 2007 – viene consumata dagli animali allevati

Inefficienza alimentare

Lo svantaggioso indice di conversione alimentare alla base del sistema zootecnico determina l’inadeguatezza ecologica di una dieta basata sulle proteine animali. Frances Moore Lappè ha osservato come negli USA, nel 1979, al bestiame siano state somministrate 145 milioni di tonnellate di cereali e soia, e di queste solo 21 milioni sono tornate ad essere disponibili per l’alimentazione umana sotto forma di carne e uova: «il resto, equivalente a circa 124 milioni di tonnellate di cereali e soia, è stato sottratto al consumo umano»

Consumo di risorse idriche

Alimento Impronta idrica (in litri per kg)
carne di manzo 15 400
carne di pecora 10 400
carne di maiale 5990
burro 5550
carne di capra 5520
formaggio 5060
carne di pollo 4330
uova 3300
riso 2500
soia 2145
pasta 1850
pane 1608
grano 1827
mais 1220
latte di mucca (1 litro) 1020
tè (1 litro) 480
cetriolo 350
zucca 350
patate 290
cavolo 280
lattuga 240
pomodori 200

Oltre ad un consumo eccessivo di risorse alimentari, l’allevamento è causa anche di uno smodato impiego di risorse idriche. Una parte dell’acqua richiesta dal sistema zootecnico moderno è impiegata per abbeverare gli animali: un manzo può consumare fino a oltre 80 litri di acqua al giorno, un maiale oltre 20 litri e una pecora circa 10 litri, e una mucca da latte, durante la stagione estiva, può arrivare addirittura fino a 200 litri di acqua consumata in un solo giorno. Altra acqua viene poi usata per la pulizia delle strutture di allevamento e degli animali, per i sistemi di raffreddamento e per lo smaltimento dei rifiuti. In alcuni paesi i consumi per l’abbeveramento degli animali e la manutenzione delle strutture è significativa: ad esempio in Botswana l’uso dell’acqua per l’allevamento è pari al 23% dell’uso totale delle risorse idriche nazionali e rappresenta il secondo principale fattore di consumo dell’acqua del paese. Altra acqua viene poi usata nel processo di macellazione degli animali e per la pulizia degli impianti di macellazione: ad esempio è stato calcolato che per ogni pollo macellato occorrono 1590 litri di acqua. Tuttavia, gran parte dell’acqua (il 98%) necessaria alla produzione dei cibi animali è usata naturalmente per la coltivazione del foraggio: a tale scopo, su scala globale, vengono impiegati oltre 2300 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno.

Inquinamento delle risorse idriche

Come affermato dalla FAO, «l’evidenza suggerisce che il settore dell’allevamento è la più importante fonte di inquinanti delle acque, principalmente deiezioni animali, antibiotici, ormoni, sostanze chimiche delle concerie, fertilizzanti e fitofarmaci usati per le colture foraggere e sedimenti dai pascoli erosi».

Inquinamento idrico derivante dalla zootecnia intensiva

Fino a quando la più ridotta popolazione degli animali allevati poteva essere accolta su vaste aree rurali, le deiezioni animali rappresentavano un’importante risorsa per la concimazione del terreno. Ma a seguito della crescita esponenziale del numero di animali allevati parallelamente all’espansione delle aree urbane, si sono diffusi sempre più gli allevamenti intensivi, responsabili di una sovrabbondante produzione di deiezioni animali dovuta all’elevato numero di animali concentrato in uno spazio ridotto. In questa nuova condizione il territorio circostante lo stabilimento non è più in grado di assorbire efficacemente l’enorme quantità delle deiezioni prodotte, cariche di contaminanti ambientali che finiscono per depositarsi nella acque di superficie e nelle falde acquifere, con gravi effetti per l’ecosistema, la vita animale e vegetale e la salute umana.

Deforestazione

L’aumento della produzione zootecnica è un fattore chiave nella deforestazione, specialmente in America Latina, dove negli ultimi decenni si è verificata una crescita considerevole dell’attività dell’allevamento. In America centrale, a partire dagli anni del 1960, già alla metà degli anni del 1980 oltre un quarto delle foreste erano state rase al suolo per fare posto a pascoli, mentre il numero di capi bovini era cresciuto dell’80% e la produzione di carne bovina del 170%. In Honduras, in poco più di venti anni, dal 1960 al 1982, la produzione totale di carne bovina è triplicata, raggiungendo le 62 000 tonnellate l’anno, similmente a quanto accaduto in Nicaragua dove, in soli due decenni, dagli anni del 1970 agli anni del 1990, la produzione di carne bovina è triplicata e le esportazioni sono quintuplicate.

Per quanto riguarda i problemi alla salute umana derivanti dal consumo eccessivo di carne vi rimando alla rete,oppure leggete qui. E’ vero esistono anche pareri contrari, come quello del Prof Cannella di Roma , noto paladino della carne ,famosa la sua frase : Siamo fatti di carne dobbiamo mangiare carne. Morto di tumore all intestino (nessun giornale lo fece notare) alcuni anni fa, ad appena 60anni e spicci. Sara’ un caso dira’ qualcuno. Io ,purtroppo ,sono convinto che non e’un caso, ma e’ la mia opinione.

Allora,per tornare a bomba al dilemma di Obama:

Sono piu’ dannose le mucche o l’uso sconsiderato della carne e tutto cio’ che ne deriva di conseguenza?

Ai posteri l’ardua sentenza,ammesso che i posteri abbiano la possibilita’ di formularla con tranquillita’,questa sentenza.

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