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Posts Tagged ‘plastica’

eddai ci sono anche buone anzi buonissime notizie provenienti da oltreoceano ,patria della monsanto e bigpharma.

il Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti ha messo a punto un imballaggio totalmente ricavato dalle proteine del latte che inizierá a sostituire ,si dice entro 3 anni,gli attuali packaging per alimenti e non in plastica.

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Addirittura l imballaggio sará commestibile,magari non il massimo per l homo sapiens,ma almeno non nocivo o addirittura nutriente per animali e pesci ormai soffocati da tonnellate di plastica abbandonata da eserciti di incivili menefreghisti.

La pellicola fatta con le proteine del latte è anche molto efficace nel bloccare l’ossigeno, garantendo una migliore conservazione dei cibi nella catena della distribuzione e riducendo di conseguenza gli sprechi”. Si calcola infatti che queste pellicole blocchino il contatto dei cibi con l’ossigeno con un’efficacia 500 volte maggiore rispetto a quella della plastica. Risolverebbero inoltre uno dei maggiori problemi legati alle confezioni in plastica, vale a dire l’accumulo di tonnellate di rifiuti non biodegradabili, che occupano le discariche per anni.

Tra le prime applicazioni c’è il confezionamento di cibi in porzioni singole, ha detto Bonnaillie. Un altro vantaggio della plastica derivata dal latte è che può essere applicata come uno spray su cibi meno resistenti al contatto con l’umidità, come i cereali, oppure per conservare in modo ideale la pizza, evitando che il condimento si disperda.

Queste sono notizie che fanno “respirare” un po’, ormai abituati ad oscenitá industriali spremiprofitti e inquinanti al massimo.

speriamo non venga boicottata come tutte le cose pulite,rinnovabili ed alternative ai monster della globalizzazione

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C’e’ da imparare molto in materia di riciclo materiali nel nostro Bel Paese. Oddio, i cittadini sarebbero anche disposti, se, come in questo caso, ci guadagnano anche qualcosina ,sono le amministrazioni locali,regionali,statali, che non hanno ,diciamo “voglia” di imparare, in sostanza, MANCA LA VOLONTA’POLITICA (come al solito da Noi).

REVERSE VENDING cos’e’?

Un cassonetto intelligente, in inglese reverse vending machine (ovvero tradotto letteralmente: macchina per la vendita al contrario), è un dispositivo che accetta bottiglie usate (vuote) e restituisce denaro all’utente (cioè l’inverso del tipico ciclo di vendita). Questi cassonetti sono diffusi in genere in paesi che hanno leggi sul riciclo obbligatorio o legislazione concernente i vuoti a rendere. In alcuni posti, gli imbottigliatori contribuiscono a dei fondi comuni che poi rimborsano le persone che riciclano i contenitori. Ogni fondo in eccesso viene poi usato per la pulizia generale dell’ambiente. In altri posti, come la Norvegia, lo stato obbliga i venditori a pagare per il riciclo delle bottiglie, ma lascia il sistema nelle mani dell’industria privata.

I principali venditori di cassonetti intelligenti sono la norvegese Tomra, la tedesca Wincor Nixdorf, la statunitense Envipco, l’australiana Envirobank e l’inglese Reverse Vending Corporation.

Funzionamento

L’utente riciclatore pone le bottiglie/lattine vuote nell’apertura di ingresso; il sistema di alimentazione orizzontale permette all’utente di inserire i contenitori uno in seguito all’altro. In un sistema alternativo, che si può riscontrare in molte macchine di generazione precedente, l’utente deve aprire una porta a mano e inserire le bottiglie vuote in una scodella. La macchina, per garantire la sicurezza all’operatore, in quel momento si blocca. Quando la porta viene chiusa, il processo può continuare. La bottiglia/lattina viene quindi automaticamente ruotata; questa viene quindi scansionata da uno Scanner Omnidirezionale di UPC, che rileva l’etichetta del contenitore.

Una volta che il contenitore è stato identificato, (confrontandolo con un database) ed è stato determinato che si tratta di un contenitore approvato, questo viene processato e normalmente compresso (per i contenitori monouso) per ridurne l’ingombro, per evitare la perdita di liquidi e per aumentarne la capacità di stoccaggio. I contenitori riutilizzabili (refillable) vengono accantonati e ordinat a mano per essere poi riportati all’azienda imbottigliatrice. Le macchine possono usare anche metodi di riconoscimento del materiale invece o assieme al lettore di codici a barre se necessario.

In alcuni paesi europei, Germania, Norvegia, Finlandia e Svezia su tutti, il riciclaggio è divenuto un vero e proprio business, infatti, già da anni oltre alla raccolta differenziata base, esistono delle macchine automatiche che pagano i tuoi rifiuti: 0,25€ per ogni bottiglia di plastica e 0,08€ per ogni bottiglia di vetro.
Questo significa che il rifiuto viene considerato come una ricchezza! Persone povere, ma non solo, raccolgono rifiuti gettati a terra per riconvertirli in denaro.
In Norvegia, ma in generale in quasi tutti i paesi del nord Europa ipunti di raccolta automatici dei rifiuti rappresentano già da tempo una realtà concreta, che hanno lo scopo oltre a far guadagnare il cittadino, di promuovere comportamenti civili e responsabili della popolazione.

Altro piccolo dettaglio che incentiva il consumatore a restituire il vuoto si trova sull’etichetta ove è indicato il prezzo, in questa è evidenziato il costo del contenuto e il costo del contenitore oltre il prezzo totale.

Sensibilizzare i consumatori è sicuramente una cosa importante ma per estendere anche alla grande distribuzione questo principio di riciclo e di raccolta differenziata è stata emanata nel 2009 una legge che obbliga i produttori/distributori di merce confezionata a garantire la raccolta differenziata.

Quindi di solito nei punti vendita in prossimità dell’uscita, dopo le casse c’è una sorta di isola ecologica dove è possibile smaltire gli imballaggi prima di portarseli a casa. Dovendo pagare le società dedite allo smaltimento, le grandi catene tedesche fanno pressione sui fornitori per quantità e qualità degli imballaggi che vengono così ridotti al minimo possibile, alleggerendo discariche e inceneritori.

RICICLO E MI FACCIO PURE LA SPESA GRATIS

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E’ un video nudo e crudo pero’ vi consiglio di vederlo per capire o PER FAR CAPIRE

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Defending Our Oceans Tour - Hawaii Trash (Hawaii: 2006)

Il nostro bel mare solcato da civiltà e popoli inimmaginabili da altrui, sta diventando una discarica a cielo aperto.Grazie infinite alle “civiltà” moderne

Un recente monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente e dall’Accademia del Leviatano su  oltre 3.000 chilometri di tratte marine. Presi in considerazione i rifiuti galleggianti più grandi di 25 centimetri. Il record spetta al Tirreno centro-meridionale con 13,3 detriti ogni chilometro quadrato, contro i 5,1 del Tirreno centro-settentrionale, i 2,1 della tratta Livorno-Bastia e i 2,4 della tratta Fiumicino-Ponza

Non siamo a livelli dei di Oceanic garbage patch,o come altrimenti chiamato Pacific Trash Vortex, ma se proseguiamo in questa direzione e, nessuno si prende la briga di intervenire sia a livello educativo che legale , rischiamo di compromettere un patrimonio naturale ,definitivamente.

Ma cos è il Pacific Trash Vortex

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come si vede dalla grafica , è un enorme sito,grande diverse volte l’Italia, situato nell’Oceano pacifico. Grazie al gioco delle correnti , vengono raccolte ed accumulate tutte le scorie plastiche ed altro del nostro pianeta.

In pratica una enorme discarica a cielo aperto e galleggiante di tutto  ciò che la stupidità ed inciviltà umana , scarica nei mari.

I danni sono enormi , a partire dall’ecosistema :pesci,mammiferi,vegetali etc

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Il problema è che le dimensioni aumentano sempre più , segno evidente che il mondo “civile” ha preso una direzione assolutamente negativa . Una deriva altamente pericolosa, aggiunta a quella sul clima ,alla deforestazione,alla caccia di frodo,alla cementificazione di ogni mm di verde. Il 20 agosto ,lo rammento, è stato l’Overshoot Day,il giorno in cui l’uomo ha consumato tutte le risorse che l’intero Pianeta Terra riesce a produrre in un anno: Una tragedia enorme.

L’aspetto drammatico è che non c’è  la minima attenzione , da parte dei “cosidetti” grandi statisti, a queste cose ne la volonta di creare una nuovo livello educativo,comportamentale nelle nuove generazioni.Le attenzioni sono tutte per cose oscene come le guerre,il potere,il danaro.

La Natura presenterà il suo conto,prima o poi e,purtroppo non ci sarà potere,danaro o guerra , che potrà saldarlo.

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Ogni inizio di stagione balneare, c’è l’affannosa ricerca della bandiera blu, testimonial di spiaggia pulita e balneabile..si sa, gli alberghi ,le pensioni,le sdraio affittate con mutuo,hanno bisogno di vivere e sopravvivvre a tutti icosti…

…ma com’è davvero la realtà???

un triste lascito per le nostre future generazioni

 

Un mare di plastica, questo il ritratto del Mediterraneo che restituisce il rapportocondotto da un’equipe di ambientalisti e biologi marini dell’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare (Ifremer) e dell’Università di Liegi (Belgio), che hanno preso parte alla spedizione ‘Expédition Med’, avvenuta nel luglio e agosto scorsi.

Su quaranta stazioni analizzate al largo di Francia, Spagna e Nord Italia, infatti, nel novanta per cento di queste è stata riscontrata la presenza di rifiuti in plastica entro i 20 centimetri dalla superficie dell’acqua. Si tratta di frammenti dal peso medio di 1,8 milligrammi.

Un dato, spiega l’Ifremer, che indicherebbe in media la presenza di circa 250 miliardi frammenti in plastica per tutto il Mediterraneo, pari a 500 tonnellate di rifiuti.

Si tratta, spiegano i ricercatori francesi e belgi, di una concentrazione non solo più alta di quella immaginata, ma che addirittura supera quella che riguarda i cosiddetti ‘continenti spazzatura‘ presenti nell’Oceano Pacifico e Atlantico.

In particolare, dallo studio emerge che la concentrazione più alta di rifiuti coincide con i prelievi effettuati al largo dell’Isola d’Elba, dove il numero di frammenti rilevato salirebbe a 892.000 elementi, contro una media minima di 115.000 frammenti plastici per chilometro quadrato.

In termini di impatto sugli ecosistemi, questo significa inquinamento delle acque marine ma anche rischio di sopravvivenza per le specie che le popolano. Il Mediterraneo, spiega infatti il rapporto francese, è diventato una ‘zuppa di plastica‘ mangiata dai suoi pesci. “Ogni anno un milione di uccelli marini e 100.000 mammiferi muoiono per i detriti marini”, ricorda inoltre il rapporto che spiega anche come dopo la spedizione 2010 sia stato avviato uno studio sull’impatto che l’assorbimento dei micro-rifiuti può avere sui pesci mictofidi (myctophids), i cosiddetti ‘pesci lanterna’.

La spedizione nel Mediterraneo continuerà per i prossimi tre anni –fino al 2013 – con l’obiettivo di monitorare anche le altre aree delmare nostrum (Marocco, Algeria, Tunisia, Malta, Croazia, Grecia, Turchia, Cipro, Siria, Libano e Israele).

Nel frattempo i ricercatori di Expedition Med hanno lanciato unapetizione per chiedere al Parlamento Europeo di salvare il Mediterraneo con misure che favoriscano il passaggio all’utilizzo di imballaggi riciclabili. Un’altra spinta verso il cambiamento, dopo l’entrata in vigore anche in Italia (dal 1 gennaio 2011) del divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica.

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