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Ormai e’ diventato quasi un ricatto. Gli USA, gli arcinoti paladini del mondo,stanno spingendo forte a Bruxelles per far sottoscrivere il famigerato TTIP;trattato di libero scambio. Spingono forte , con accenti anche non troppo velati di “conseguenze” ai paesi non aderenti. Chi minaccia riotorsioni in cambio di qualcosa,vuol dire che sta offrendo un qualcosa di deleterio.

E infatti:

Ma cosa e’ sto cancher di TTIP?

Nel documento diffuso dalla UE, che è comunque l’unico ufficiale, il TTIP viene definito «un accordo commerciale e per gli investimenti». L’obiettivo dichiarato dell’accordo (piuttosto generico) è «aumentare gli scambi e gli investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali». L’accordo dovrebbe agire quindi in tre principali direzioni: aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, uniformare e semplificare le normative tra le due parti abbattendo le differenze non legate ai dazi (le cosiddette Non-Tariff Barriers, o NTB), migliorare le normative stesse.

Il documento individua quindi tre principali aree di intervento:
1 – accesso al mercato
2 – ostacoli non tariffari
3 – questioni normative

1 – Accesso al mercato
L’accesso al mercato riguarda quattro settori: merci, servizi, investimenti e appalti pubblici.

Si prevede l’eliminazione di tutti i dazi sugli scambi bilaterali di merci «con lo scopo comune di raggiungere una sostanziale eliminazione delle tariffe al momento dell’entrata in vigore dell’accordo». Sono previste misure antidumping – cioè per evitare la vendita di un prodotto sul mercato estero a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita dello stesso prodotto sul mercato di origine – e misure di salvaguardia «che consentano ad una qualsiasi delle parti di rimuovere, in parte o integralmente, le preferenze se l’aumento delle importazioni di un prodotto proveniente dall’altra Parte arreca o minaccia di arrecare un grave pregiudizio alla sua industria nazionale».

La liberalizzazione riguarda anche i servizi, «coprendo sostanzialmente tutti i settori»: si prevede anche di «assicurare un trattamento non meno favorevole per lo stabilimento sul loro territorio di società, consociate o filiali dell’altra parte di quello accordato alle proprie società, consociate o filiali». I servizi audiovisivi non sono inclusi.

La liberalizzazione riguarda anche gli appalti pubblici, per «rafforzare l’accesso reciproco ai mercati degli appalti pubblici a ogni livello amministrativo (nazionale, regionale e locale) e quello dei servizi pubblici, in modo da applicarsi alle attività pertinenti delle imprese operanti in tale campo e garantire un trattamento non meno favorevole di quello riconosciuto ai fornitori stabiliti in loco». Insomma aziende europee potranno partecipare a gare d’appalto statunitensi e viceversa.

C’è infine un capitolo sugli investimenti e la loro tutela: nel negoziato è previsto l’inserimento dell’arbitrato internazionale Stato-imprese (il cosiddetto ISDS, Investor-to-State Dispute Settlement). Si tratta di un meccanismo che consente agli investitori di citare in giudizio i governi presso corti arbitrali internazionali.

2 – Questioni normative e ostacoli non tariffari
L’obiettivo è «rimuovere gli inutili ostacoli agli scambi e agli investimenti compresi gli ostacoli non tariffari esistenti, mediante meccanismi efficaci ed efficienti, raggiungendo un livello ambizioso di compatibilità normativa in materia di beni e servizi, anche mediante il riconoscimento reciproco, l’armonizzazione e il miglioramento della cooperazione tra autorità di regolamentazione».

Le barriere non tariffarie sono misure adottate da un mercato per limitare la circolazione di merci e che non consistono nell’applicazione di tariffe: quindi non si parla di dazi. Sono limiti di altro tipo: limiti quantitativi, per esempio, come i contingentamenti (che consistono nel fissare quantitativi massimi di determinati beni che possono essere importati) o barriere tecniche e di standard (cioè di regolamento). Un esempio tra quelli più citati dai critici: negli Stati Uniti è permesso somministrare ai bovini sostanze ormonali, nell’UE è vietato e infatti la carne agli ormoni non ha accesso a causa di una barriera non tariffaria al mercato europeo.

VEDIAMO,ORA,LE CONSEGUENZE PRATICHE

CHAPA-11-OCT-TTIP

– I paesi dell’UE hanno adottato le normative dell’Organizzazione dell’ONU che si occupa di lavoro (l’ILO), gli Stati Uniti hanno ratificato solo due delle otto norme fondamentali. Quindi si rischierebbe di minacciare i diritti fondamentali dei lavoratori.

– L’eliminazione delle barriere che frenano i flussi di merci renderà più facile per le imprese scegliere dove localizzare la produzione in funzione dei costi, in particolare di quelli sociali.

– L’agricoltura europea, frammentata in milioni di piccole aziende, finirebbe per entrare in crisi se non venisse più protetta dai dazi doganali, soprattutto se venisse dato il via libera alle colture OGM

– Il trattato avrebbe conseguenze negative anche per le piccole e medie imprese, e in generale per le imprese che non sono multinazionali e che con le multinazionali non potrebbero reggere la concorrenza.

– Ci sarebbero anche rischi per i consumatori perché i principi su cui sono basate le leggi europee sono diverse da quelli degli Stati Uniti. In Europa vige il principio di precauzione (l’immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi) mentre negli Stati Uniti per una serie di prodotti si procede al contrario: la valutazione viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto (possibilità di ricorso collettivo o class action, indennizzazione monetaria). Oltre alla questione degli OGM, questa critica viene sollevata relativamente all’uso di pesticidi, all’obbligo di etichettatura del cibo, all’uso del fracking per estrarre il gas e alla protezione dei brevetti farmaceutici, ambiti nei quali la normativa europea offre tutele maggiori.

– I negoziati sono orientati alla privatizzazione dei servizi pubblici quindi secondo i critici si rischia la loro scomparsa progressiva. Sarebbe a rischio il welfare e settori come l’acqua, l’elettricità, l’educazione e la salute sarebbero esposti alla libera concorrenza.

– Le disposizioni a protezione della proprietà intellettuale e industriale attualmente oggetto di negoziati potrebbero minacciare la libertà di espressione su internet o privare gli autori della libertà di scelta in merito alla diffusione delle loro opere. Si ripresenterebbe insomma la questione dell’ACTA, il controverso accordo commerciale su contraffazione, pirateria, copyright, brevetti la cui ratifica è stata respinta il 4 luglio 2012 dal Parlamento Europeo.

Una delle questioni più controverse riguarda la clausola ISDS, Investor-State Dispute Settlement. È molto contestata anche da parte di alcuni governi, innanzitutto quello tedesco. Prevede la possibilità per gli investitori di ricorrere a tribunali terzi in caso di violazione, da parte dello Stato destinatario dell’investimento estero, delle norme di diritto internazionale in materia di investimenti. Ci sono già molti casi a riguardo: nel 2012 il gruppo Veolia ha fatto causa all’Egitto al Centro internazionale per la risoluzione delle controversie relative agli investimenti della Banca Mondiale perché la nuova legge sul lavoro del governo contravveniva agli impegni presi in un accordo (firmato) per lo smaltimento dei rifiuti; nel 2010 e nel 2011 Philip Morris ha utilizzato questo meccanismo contro l’Uruguay e l’Australia e le loro campagne anti-fumo; nel 2009 il gruppo svedese Vattenfall ha citato in giudizio il governo tedesco chiedendo 1,4 miliardi di euro contro la decisione di abbandonare l’energia nucleare.

Le aziende, dice chi critica la clausola, potrebbero insomma opporsi alle politiche sanitarie, ambientali, di regolamentazione della finanza o altro attivate nei singoli paesi reclamando interessi davanti a tribunali terzi, qualora la legislazione di quei singoli paesi riducesse la loro azione e i loro futuri profitti. Scrive Lori Wallach: «Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti? Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa?».

Vi siete resi conto di quello che sta per pioverci addosso?

Carni manipolate,medicinali fuori controllo,piccole aziende distrutte dai prezzi delle multinazionali,impossibilita’ di impugnare controversie nel proprio paese.modifiche strutturali ai contratti del lavoro,etc etc.

Un gran bel trattato che serve solo,come al solito,ai signori di oltreoceano, a garantire benessere e prosperita’ esclusivamente a loro. Anni fa un certo Ronald Reagan espresse al mondo la filosofia USA: IL BENESSERE AMERICANO NON E’NEGOZIABILE,

Nessuno si preoccupo’ piu’ di tanto per questa affermazione, ma dopo i continui e spudorati ricatti che vengono da oltreoceano,bisognerebbe incominciare a rivedere tante cose con i paladini del mondo.

In buona sostanza,se i politici mi chiederanno di poter esprimere la mia opinione(sara’difficile) gli girerei un secco e sonoro NOOOOOO. Fatelo anche voi.

 

 

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yellowstone

Il mondo, si sa, sta viaggiando a ritmi sempre piu’ accelerati verso soluzioni climatiche alterate e pericolose. E’ inutile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi “tanto cosa vuoi che succeda, adesso” .Non e’ un discorso intelligente ,non lo e’ nemmeno l’atteggiamento sprezzante delle persone che potrebbero decidere un radicale cambiamento delle politiche e mi riferisco ai soliti noti padroni del mondo : the G8 family. Denaro subito, e devastazione poi se e quando verra’ ,chissenefrega.

Oltre che ad inondare l’atmosfera di schifezze immonde, a lordare i mari,a tagliare ettari di foreste, stanno esagerando anche con lo sfruttamento del sottosuolo alla ricerca delle soluzioni energetiche piu’ rapide e piu’ RENUMERATIVE:

Petrolio,Gas,Uranio,Carbone.

E le cercano ogni dove,dall’Artide all Antartide,dispiegando mezzi e risorse infinite anziche’ dedicarle alla ricerca e sviluppo delle vere energie alternative

La struttura del nostro pianeta e’ un “multistrato”

  • Il nucleo interno si trova al centro ed è la porzione più calda del nostro pianeta (5500 °C). E’ fondamentalmente solido e costituito da ferro e nickel. Il calore che emana è l’energia che permette i movimenti superiori.
  • Il nucleo esterno è uno strato liquido che circonda il nucleo interno, di composizione simile allo strato sottostante.
  • Il mantello è lo strato più largo della Terra, avendo un diametro stimabile in circa 2900 km. E’ costituito da rocce semifuse, chiamato magma. Più duro via via che si sale, presenta in talune zone dei movimenti e dei flussi di rocce fuse che creano delle correnti interne.
  • La crosta è l’ultimo strato del pianeta. Molto sottile, può arrivare fino a 60 km di profondità. E’ formata da rocce solide. Si divide in crosta oceanica (che ospita il fondo dei mari) e in crosta continentale, più spessa della precedente, che costituisce le terre emerse. La crosta terrestre è principalmente composta da quarzo (diossido di silicio) e da altri silicati come il feldspato. Il suo spessore medio è di 40 Km, ma varia da 5 Km al di sotto delle fosse oceaniche fino ai 60 Km in corrispondenza delle catene montuose. La densità media della crosta è pari a 2,8 ed essa rappresenta l’1 % della massa terrestre.

Le eruzione vulcaniche,spettacolari e a volte molto pericolose, sono dovute al fatto che la parte liquida o magma,ogni tanto trova la sua via di fuga attraverso quelle intercapedini di collegamento con l’esterno, i vulcani

IL SUPERVULCANO DI YELLOWSTONE

Secondo il sito endoftheamericandream.com , questa volta la superficie del il terreno del parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti è aumentata a un tasso record di circa 8 cm all’anno. La ragione di tutto questo è perché sotto il parco vi è un super vulcano, il più grande del Nord America.

Gli scienziati dicono che sarà inevitabile che possa scoppiare di nuovo, e quando lo farà, la devastazione sarà quasi inimmaginabile. Una totale eruzione di Yellowstone, il super-vulcano, potrebbe depositare un letto di cenere vulcanica alta 3 metri fino a 1600 km di distanza e lasciare una buona parte degli Stati Uniti inabitabile.

Il super-vulcano di Yellowstone è così grande che è difficile da descrivere a parole. Secondo un articolo pubblicato sul Daily Mail , la zona di magma sotto Yellowstone è larga circa 480 km.

Quando la maggior parte della gente pensa di eruzioni vulcaniche nel paese, ricorda la catastrofica eruzione del Monte St. Helens nel 1980. Ma quella eruzione sarà nulla paragonata a quella che potrebbe portare l’eruzione del super vulcano Yellowstone.

Il Professore di Geofisica, presso l’Università di Utah, Bob Smith , ha detto che non aveva mai visto niente di simile durante i 53 anni che hanno visto la Yellowstone in uno stato di quiete. Lo scorso settembre, 130 terremoti hanno colpito il parco durante la settimana. Questo fatto ha lasciato molti osservatori di Yellowstone estremamente preoccupati. La recente ondata di terremoti è iniziata il 10 settembre 2013 e prosegue fino al 16 settembre.

Cosa potrebbe accadere se Yellowstone se si risveglia:

1) La prossima eruzione di Yellowstone sembra essere più vicino ad ogni anno che passa. Dal 2004, alcune aree del parco rosa si sono sollevate fino a 25 cm.

2) Ci sono circa 3000 terremoti ogni anno nel parco.

3) Se c’è un rash su larga scala, praticamente tutto il nordovest degli Stati Uniti sarà completamente distrutto.

4) Una massiccia eruzione di Yellowstone potrebbe uccidere ogni cosa entro un raggio di 160 km da subito.

5) Questa eruzione coprirebbe l’intero Midwest degli Stati Uniti con la cenere vulcanica e la produzione di cibo in questo paese sarebbe completamente eliminata.

6) Ad un ‘inverno vulcanico’ che ne deriverebbe dalla eruzione, porterebbe un raffreddamento del pianeta in modo radicale. Alcuni scienziati ritengono che le temperature globali potrebbero scendere fino al 20 °.

7) Gli Stati Uniti non sarebbe mai più lo stesso dopo l’eruzione. Alcuni scienziati prevedono che dopo l’esplosione del cratere, i due terzi del paese sarebbe completamente inabitabile.

Ciò che rende tutto questo ancora più allarmante è il fatto che una serie di vulcani di tutto il mondo stanno iniziando a diventare attivi, quindi negli ambienti scientifici vi è molta preoccupazione. Qualcosa di grosso sta per accadere e non è un caso che la FEMA si stia preparando come se stia per accadere un cataclisma continentale o globale. La NASA e la US Navy chiudono i battenti e non si sa il motivo. Tutto questo ci deve far riflettere.

Come  asserisce l’ex esperta NASA Pattie Brassard: “la gente si dovrà preparare ad una catastrofe globale tra  il 2013 / 2014. L’Elite conosce bene le date esatte. Sanno che tutta la griglia protettiva del pianeta verrà danneggiata dal passaggio della Cometa Ison e dall’influenza di Planet X e la gente sarà lasciata senza elettricità durante la notte. Così hanno creato la banca dei semi in Norvegia, la biblioteca digitale e più di 5 mila tunnel segreti. “

Ma di tutti questi segnali,avvertimenti,previsioni i nostri cari membri del G8 e la Cina , se ne fottono allegramente, fottendo il futuro di intere generazioni a venire.

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