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Archive for 22 novembre 2013

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orango

volontari indonesiani salvano un orango da un incendio doloso

Premessa: tutti i cibi,prodotti cosmetici, ad alto contenuto di olio di palma non sono molto indicati per il benessere fisico.Oltre a ciò le coltivazioni di olio di palma ,dato il suo basso costo,si stanno diffondendo a macchia d’olio(per l’appunto) a scapito di centinaia di migliaia di ettari di foresta tropicale irrimediabilmente distrutta.

Il nostro esperto nutrizionista, il dottor Luca Piretta, dice testualmente così: “l’olio di palma non è un olio molto salutare. Rispetto all’olio di oliva tutti gli altri oli di semi sono rettificati chimicamente per il loro consumo (ossia subiscono trattamenti chimici che li rendono edibili, altrimenti non lo sarebbero naturalmente); ma al di là di questo, la sua composizione è molto ricca in acidi grassi saturi (in particolare fino al 50% di palmitico) che sappiamo favorire l’ipercolesterolemia e la arteriopatia. Tra gli oli di semi, quelli che hanno una composizione in acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi più vicini all’olio di oliva, troviamo quello di arachidi e di girasole. Non esistono alimenti per controbilanciare questi grassi. Bisogna mangiarne il meno possibile e favorire sempre l’olio di oliva ed eventualmente quello di arachide e girasole”.

Criticare la Nutella è difficile, perché si tratta di un prodotto cult supportato da numerose campagne pubblicitarie e venduto a un prezzo conveniente. Come accade per la formula della Coca-Cola, anche per la Nutella si parla di una ricetta misteriosa, ma è una leggenda metropolitana, perché è solo una semplice crema al cioccolato. Questa nota non vuole fare cambiare idea alle persone convinte di trovare nel vasetto di vetro la quintessenza del cacao, ma insinuare qualche ragionevole dubbio su un prodotto considerato – forse con troppo zelo – un mito.

In commercio ci sono altri prodotti alimentari “cult”, come le patatine Pringles, le bibite ACE, l’ovetto Kinder, che – nonostante il successo commerciale – si possono considerare dei surrogati rispetto alle patatine fritte vere, ai succhi di arancia 100% e alle vere uova di Pasqua. Per Nutella un riferimento non esiste, visto che Ferrero ha proposto per primo una versione industriale della crema al cioccolato.

Basta però leggere l’elenco degli ingredienti per capire che siamo di fronte a una preparazione con un profilo qualitativo merceologico non proprio eccellente. Se si confrontano le materie prime di Nutella con quelle di altre creme spalmabili presenti sugli scaffali dei supermercati – Magnun Intense, Novi e Lindt – si vede che gli ingredienti utilizzati sono simili, ma cambiano la quantità e il tipo di grassi. Quelli più importanti sono nocciole, cacao e burro di cacao, che rappresentano il 90% circa dei costi delle materie prime.  

Le nocciole e il cacao. Nutella contiene il 13% di nocciole,nocciole Magnum intense arriva al 20%, Lindt non lo dichiara, mentre Novi raggiunge il 45% (!) ovvero 3,5 volte più rispetto a Nutella. Questo enorme distacco è un elemento sostanziale molto importante a livello qualitativo, ed emerge anche quando si assaggia il prodotto. Il contenuto di nocciole è importante, perché si tratta dell’ingrediente più costoso che caratterizza la crema.

Dov’è il burro di cacao?_font_b_Cocoa_b_font_font.jpg_120x120Nutella usa olio di palma al posto del pregiato e costoso burro di cacao (considerato l’ingrediente principe di tutti i prodotti a base di cioccolato). L’abilità di Ferrero consiste nel rendere piacevole al palato un olio di mediocre qualità come quello di palma attraverso un processo di raffinazione che permette di selezionarne la parte più nobile. L’operazione è possibile grazie a un impianto di frazionamento che possiedono solo sette aziende al mondo. Questa scelta permette di ridurre drasticamente i costi, ma penalizza la qualità nutrizionale essendo gli oli di palma sconsigliati dagli esperti di nutrizione.

Lindt impiega grassi vegetali e burro di cacao, e si differenzia dagli altri perché utilizza come ingrediente il 10% di cioccolato al latte. Novi è l’unica crema che usa solo il pregiatissimo burro di cacao. Magnun Intense fa una scelta di compromesso, impiegando grassi vegetali di scarsa qualità e, in minor misura, burro concentrato. Altri ingredienti come il latte scremato, il cacao magro… hanno un valore secondario. Per quanto riguarda le calorie, il livello è abbastanza uniforme e oscilla intorno a 500 kcal/100 g.

L’aroma. Nutella usa come aroma solo la vanillina (questo emerge dall’etichetta della crema venduta negli Stati Uniti). Si tratta di un aroma artificiale, molto utilizzato nell’industria dolciaria al posto della vaniglia naturale che costa uno sproposito). Le altre marche usano “aromi”, probabilmente vanillina o vaniglia, senza altre specifiche.

La prova sensoriale. Per scoprire qual è la crema migliore bisogna acquistarle e spalmarle su una fetta di pane valutando la consistenza, la fragranza, l’aroma ed eventuali difetti. Il profumo tipico del cacao deve essere persistente e lo zucchero non deve prevalere sugli altri sapori. Ricordo una prova di degustazione fatta da un gruppo di genitori e di ragazzini a Milano, in un incontro promosso da SlowFood.

Sul banco c’erano quattro vassoi con pezzetti di pane spalmati con quattro creme: Lindt, Novi, Nutella, la crema firmata Coop.

L’assaggio era anonimo e, contrariamente a ogni previsione, la Nutella non ha guadagnato la prima posizione. Certo, questa prova non ha nessun valore statistico, ma gli intenditori sanno che per fare buoni prodotti servono buoni ingredienti e nessuno fa i miracoli con grassi vegetali come l’olio di palma, anche se nobilitato, e tanto zucchero.

Il prezzo. Nutella è di gran lunga il prodotto leader del settore, ma l’elemento principale che permette a Ferrero di mantenere la posizione è il prezzo estremamente conveniente e non la qualità. Per comprare un vasetto da 200 g in vetro bastano 1,60/1,80 €, per Magnum Intense si arriva a 2,3 €, per Lindt e Novi occorre preventivare da 2,6 a 2,8 €. Le differenze già notevoli rispetto ai concorrenti diventano abissali se si usa come confronto il prezzo del barattolo di Nutella da 750 g, che costa la metà di Magnum e quasi tre volte meno di Lindt e Novi.

Le creme che “imitano Nutella” hanno scarse possibilità di successo, perché nessuno riesce a produrre una crema altrettanto appetibile a un prezzo così conveniente. Non bisogna dimenticare che più della metà di un barattolo di Nutella è composta da zucchero, il 25% è olio di palma e le nocciole rappresentano solo il 13%.

L’altro segreto che suggella il mito è l’imponente campagna di marketing del gruppo Ferrero che, grazie agli spot di tutti i suoi prodotti (Kinder, Rocher, Mon Chéri, Nutella, Fiesta…) è considerato il primo inserzionista televisivo del settore alimentare, con un budget di spesa milionario. Ma questi discorsi sono solo per intenditori e addetti ai lavori. Nutella è un mito perché oltre a essere un gusto, un sapore, rappresenta un marchio di riferimento per la maggior parte dei consumatori. Ma non è detto che questa situazione resti immutabile.

Forse spiegando che le creme alla nocciola  non devono soltanto sciogliersi bene in bocca, essere dolci, spalmabili e zuccherate forse la situazione potrebbe cambiare anche in questo ambito-

Questo articolo è stato fatto un pò di tempo fa,  ma i concetti  restano  ancora validi. Certo la crema Magnum forse non si trova più,  ma nei supermercati  adesso è esposta  Rigoni Nocciolata che ha un prezzo vicino a Novi  e ci sono anche altre creme proposte da catene di supermercati come Esselunga e Coop, che a volte costano meno e reggono benissimo il confronto con Nutella.

Un’analisi interessante sulle “Nutelle”  la propone Gunther Karl Fuchs nell’ottimo blog Papille vagabonde con  un confronto aggiornato sulle creme alla nocciola presenti sul mercato.

Roberto La Pira

 

di seguito gli esatti ingredienti della Nutella

  • Zucchero
  • olio vegetale
  • nocciole (13%)
  • cacao magro (7,4%)
  • latte scremato in polvere (6,6%
  • siero di latte in polvere
  • emulsionanti: lecitine (soia)
  • vanillina.

Come possiamo vedere dalla lista degli ingredienti lo zucchero ed i grassi vegetali sono sui primi due gradini del podio. Ma quanti sono? Per saperlo dobbiamo leggere la tabella nutrizionale:

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Come possiamo vedere dalla tabella nutrizionale della Nutella, abbiamo il 56% di zucchero ed il 30% di grassi,i trigliceridi e il colesterolo ringraziano. La cosa che dovrebbe far riflettere è soprattutto la percentuale di grassi saturi, circa il 10% del totale.

 

ecco qui un piccolo esperimento fai da te sulle proprieta’

 

 

e tutto cio’ si incolla dentro il vostro organismo.se non ce la fate proprio a smettere, fate smettere almeno i vostri bimbi:

56% zuccheri,30% grassi dei quali 10% saturi:una vera bomba ad orologeria

In buona sostanza,per concludere, bisogna sottolineare il fatto che ormai questo prodotto e’ cosi’ radicato nelle famiglie monndiali,che risultera’ difficile smettere di consumarlo. E’ una sorte di nicotina,di dipendenza. Gia’,le cose le fanno bene,dolci ,sfiziose, molto accattivanti.Non e’ mia intenzione proibire un prodotto del genere, non ne ho ne titolo ne potere, consigliare si,il diritto di esprimere un opinione ce l ho ancora e la mia opinione e’:pensate sempre a quello che mangiate,se non subito,poi, arrivano conseguenze molto indesiderate e, spesso, e’ anche abbastanza tardi per contrastarle adeguatamente.

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Sicuramente si!

In particolar modo quella proveniente da allevamenti intensivi( quasi la maggioranza), dove oltre che alla crudeltà delle metedeologie si abbinano trattamenti con ormoni,cibo OGM ed additivi vari.Non dimentichiamo che i “signori della carne”,quali le grandi catene di fast food,sono i responsabili maggiori della distruzione sistematica delle risorse naturali di un pianeta Terra già allo stremo,(foreste,risorse idriche,emissioni) per dare sempre più spazio agli allevamenti in scala industriale. 

Agenpress – “Nonostante la diffida e la denuncia avverso il precedente Ministro della Salute per mancata corretta informazione circa i danni, scientificamente e clinicamente dimostrati, derivanti dal consumo di carne alimentare, le Istituzioni continuano ad omettere la realtà. E’ profondamente ingiusto nascondere la verità soprattutto su un tema principale come la salute, ai cittadini è stato tolto l’inalienabile diritto alla corretta e libera informazione, senza omissioni o censure. Come sempre gli interessi delle lobby, nella fattispecie rappresentate dalle industrie della carne, prevalgono sul diritto del popolo di sapere”- dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli – “Non mi meraviglio se a dirigere l’ Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione era il Prof. Cannella  (ordinario di Scienza dell’alimentazione nella facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza,  dirigente  della Scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione e del Centro interuniversitario internazionale di studi sulle culture alimentari mediterranee nonché membro del Consiglio Superiore di Sanità) che elogiava le doti salutistiche e nobili della carne criticando addirittura l’alimentazione vegetariana i cui praticanti avrebbero dovuti fare i salti mortali per combinare gli alimenti. Ironia della sorte il salto mortale lo ha fatto lui, Cannella è morto all’età di soli 67 anni per tumore all’intestino.”

Malattie vascolari, cancri, ipertensione, diabete ed obesità i reali danni derivanti dall’assunzione alimentare di carne ,l’Istituto Europeo di Oncologia lo dichiara da anni: “Attenti all’alimentazione  innesca i tumori più del fumo, la prevenzione riduce i decessi più della medicina e comincia a tavola. I dati sul cancro al colon dimostrano che è quasi  inesistente nei paesi a dieta priva di carne. Mangiare carne fa male, è cancerogena.

carcinoma colon rettale

carcinoma colon rettale

L’oncologo ha spiegato che ad innescare il tumore sono nel 35% dei casi le cattive abitudini alimentari; seguono il tabacco (30%), le infezioni virali (10%), i fattori riproduttivi (7%), l’attività lavorativa e l’inquinamento (4%).  Dallo studio “ meat intake and mortality” pubblicato nel 2009 negli Stati Uniti sul bimestrale “ Archives of internal medicine” le conclusioni sono state che consumare carne lavorata, comunque di provenienza industriale, eleva il rischio di morte per tumore e malattie cardiache. La Food and Drug Administration americana conferma: “chi consuma più di 80 grammi quotidiani di carne alza di 8 volte il rischio di tumori allo stomaco ed all’intestino, oltre che alla prostata per gli uomini ed al seno per le donne”. Il World Cancer Research Fund (WCRF) e l’ American Institute for Cancer Research sottolineano come vi sia una chiara evidenza che le carni rosse e le carni lavorate siano causa di cancro al colon ponendo come obiettivo per la salute pubblica un consumo medio di 300 gr. a settimana (43 gr. al giorno) , e di evitare in modo assoluto carni processate, come pancetta, prosciutto, salame, salsicce, carne in scatola, ecc. Lo studio effettuato dalla Oxford University  – Unità cardiologica della Cornell University (ottobre 2010):”diminuendo il consumo di carne  si eviterebbero, soltanto in Inghilterra, 31 mila morti per malattie cardovascolari, 9 mila per cancro e 5 mila per ictus ed il servizio sanitario (inglese ndr) risparmierebbe almeno 1,3 miliardi di euro; con l’eliminazione totale  del consumo di carne le cifre aumenterebbero ancora di più“ . Il cittadino britannico medio consuma 125 kg di carne l’anno, l’italiano medio intorno ai 92 kg l’anno. La ricerca della Oxford University ha calcolato quello che avverrebbe diminuendo il consumo  a 11 kg l’anno ( 31 gr. giornalieri): si eviterebbero 45.361 morti.

La carne uccide anche in altri modi. La correlazione tra gli allevamenti intensivi,intensivi definiti dalla Food and Agricolture Organization, a nome delle Nazioni Unite, “un vivaio di malattie emergenti”e le sostanze chimiche somministrate nel settore carni: tirestatici, ormoni, beta agonisti, cortisonici, ormone della crescita, antibiotici metalli pesanti, mix di sostanze chimiche e mangimi inidonei, comporta lo sviluppo delle note pandemie ed episodi di straordinaria gravità come l’influenza aviaria nel 1999 e 2002, la cosiddetta mucca pazza nel 2001 o le carni suine irlandesi contaminate dalla diossina nel 2008 e l’influenza A suina del 2009 proveniente dal Messico, causando migliaia di decessi in tutto il mondo. “Ogni volta che un virus entra in un nuovo ospite, può mutare”, spiega Michael Greger, responsabile salute pubblica alla Humane Society of United States: “Nelle fattorie con 50 capi, un virus ha solo 50 probabilità di mutare. In quelle con 5 mila maiali ha 50 mila possibilità di trasformarsi in un virus in grado di compiere il salto di specie passando dall’animale all’uomo”. Salto di specie che si è verificato in Messico tra maiali e uomini.

a proposito lo sapete cos’è il pink slime?

pink slimeIl pink slime si ottiene spremendo le carcasse rimaste del pollo, del maiale o del manzo. Il tutto viene poi sottoposto a trattamenti per disinfettare il prodotto e ottenere appunto una poltiglia rosa utilizzata per confezionare i wurstel e altri piatti.

Negli Stati Uniti, a differenza di quanto avviene in Italia (dove è ammessa solo per i derivati del pollo), il pink slime può essere anche di manzo e quindi essere impiegato come materia prima degli amatissimi hamburger. Nelgi  USA la “poltiglia rosa” si vende dal 2001, e dal 2004 viene utilizzata ampiamente per produrre hamburger destinati a mense e fast food.(come mangiano bene ‘sti yankees)

E’ vero esistono anche pareri contrari, come quello del Prof Cannella di Roma , noto paladino della carne ,famosa la sua frase : Siamo fatti di carne dobbiamo mangiare carne. Morto di tumore all intestino (nessun giornale lo fece notare) alcuni anni fa, ad appena 60anni e spicci. Sara’ un caso dira’ qualcuno. Io ,purtroppo ,sono convinto che non e’un caso, ma e’ la mia opinione.

molto inquietante la risposta di Veronesi ad un giornalista

Ma perchè quindi esiste ancora tanta disinformazione e questi problemi non vengono mai affrontati a livello mediatico?!?
Veronesi risponde:

“Le riviste medico scientifiche più accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali. Molti medici e ricercatori sono coscienti degli effetti dannosi del consumo della carne, ma hanno le mani legate. Io che sono uno scienziato di fama internazionale posso prendermi il lusso di fare queste dichiarazioni, se lo facessero loro molto probabilmente non lavorerebbero più.

L’industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altro e queste due entità insieme generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme, potete dunque capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione. Ogni malato di cancro negli Stati Uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi curarvi.”

guarda qui come vengono “trattati” gli animali da macello

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