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Posts Tagged ‘PESTICIDI’

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“i pesticidi entrano nel sangue delle donne in gravidanza”.

Solo questa innegabile e constatata verità, dovrebbe far pensare e rabbrividire molti e molti, se ne hanno voglia, ma si sa , la voglia in questi casi è come una foglia autunnale quando soffia il vento del business a tutti i costi, acclamato e riverito dalle multinazionali alimentari e farmaceutiche.

Complimentoni al Trentino ed al Veneto per il record assoluto di pesticidi sul territorio e DENTRO il territorio, altro che venite a respirare il verde della natura come recitano i loro fulgidi depliants turistici.

Vergogna è una parola gentilissima in questo caso. Per tirar su coltivazioni a josa, o tirar giù qualche mela in più,stanno avvelenando terra, falde, animali e persone. Anzichè vergogna, meglio criminali.

Eccovi uno sconvolgente report, riportato nel Docufilm di Alessandro Tomasi in uscita “Pesticidi siamo alla frutta”

Avvelenati a norma di legge. Ci tocca lo stesso destino di Biancaneve, solo che stavolta non ci sarà nessun principe azzurro a cavallo che verrà a salvarci, dovremo vedercela da soli. Perché i pesticidi utilizzati in agricoltura sono nel sangue delle donne in gravidanza, nello sterco degli orsi, nel miele e persino sui ghiacciai. Lo racconta ‘Pesticidi, siamo alla frutta’, sottotitolo ‘Biancaneve non è sola’, il nuovo documentario di Andrea Tomasi, già coautore del libro inchiesta ‘La farfalla avvelenata’ e del docufilm ‘Veleni in paradiso’, sul traffico di rifiuti tossici che da mezza Italia arrivano in Trentino, affiancato in quest’avventura dal videomaker Leonardo Fabbri, titolare di Envyda. E di avventura si tratta, dato che l’intero lavoro, che parla degli effetti dell’agricoltura intensiva in Italia, è stato autoprodotto e autofinanziato. In questi giorni, dopo le tappe in Trentino, altre proiezioni sono previste in tutta Italia, da Roma a Taranto, da Bologna alla Terra dei fuochi.

DAI DATI AGLI ALLARMI DEGLI ESPERTI
Si parte dai dati dell’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale). Nel docufilm si mostrano quelli sulle vendite delle varie tipologie di fitofarmaciregione per regione. D’altro canto nel nuovo ‘Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2018’ appena pubblicato l’Ispra certifica che il Trentino resta a livelli altissimi ed è il peggiore, in Italia, secondo solo al Veneto. In Provincia di Trento, infatti, sono stati rilevati 9,3 chilogrammi per ettaro di superficie agricola utilizzata, un livello altissimo rispetto alla media nazionale che è di 4,9 chilogrammi a ettaro e molto lontano dalla vicina provincia di Bolzano che si ferma a 4,4. Il Veneto è l’unico territorio che riesce a fare peggio con 11,7 chilogrammi di pesticidi per ettaro di superficie agricola utilizzata. “Ma se nel docufilm il baricentro è proprio in Trentino, con l’agricoltura intensiva delle mele golden a farla da padrona  – spiega a ilfattoquotidiano.it Andrea Tomasi – affrontiamo una questione che interessa tutto il nostro Paese, da Nord a Sud. E riguarda produttori, consumatori, istituzioni”. Si dà la parola a oncologi, pediatri, nutrizionisti, contadini bio e non, per cercare di capire qual è la situazione nel nostro Paese, ma anche quali sono gli effetti dell’agricoltura intensiva e dell’utilizzo dei pesticidi sui consumatori e, soprattutto, sui bambini. Da queste testimonianze emerge che pur trattandosi di farmaci a norma di legge “come spiega  il pediatra Leonardo Pinelli – aggiunge Tomasi – non viene calcolato l’effetto del mix dei fitofarmaci, sul quale non ci sono neppure studi approfonditi. Dunque si sceglie cosa mangiare, senza avere una vera consapevolezza sugli effetti che l’assunzione di una serie di prodotti avrà sul nostro organismo”.
PESTICIDI OVUNQUE
Partendo proprio dal Trentino Alto Adige, nel docufilm viene intervistato un contadino biologico che, insieme al ‘Comitato per il diritto alla salute’ della Val di Non ha raccolto dei campioni, fatti poi analizzare in un laboratorio di Firenze. Ebbene, sono state trovate tracce di pesticidi nello sterco dell’orso e nel favo di ceradi un alveare dal quale, quindi, passa direttamente nel miele che consumiamo. E se non può essere considerato un campione statisticamente rilevante quello che riguarda le analisi fatte in Germania e in Italia su 14 donne in gravidanza, è comunque significativo che nel 100 per cento dei casi siano state trovate tracce di fitofarmaci nelle urine. Al lavoro ha contribuito anche il meteorologo Luca Mercalli (che tiene una rubrica sul nostro mensile FqMillenniuM, ndr), che parla della presenza di sostanze chimiche anche sui ghiacciai dell’arco alpino, ad alta quota. La nutrizionista Renata Alleva ha affrontato la questione degli effetti della presenza di pesticidi sul Dna, parlando delle analisi che lei stessa ha fatto eseguire in Val di Non su una trentina di abitanti tra uomini, donne e bambini.
IL BIOLOGICO: UN SISTEMA IMPERFETTO
Nel docufilm c’è anche un cameo dell’attore e regista Marco Paolini. Ricco di ironia il contributo di Velia Lalli, volto noto di Comedy Central di Sky e del programma Sbandati di Raidue, che prende in giro un certo modo di produrre e consumare biologico. A riguardo si giunge alla conclusione che, nonostante produrre biocosti troppo e ad oggi non rappresenti un sistema perfetto, forse è quella l’unica alternativa all’avvelenamento ‘a norma di legge’. Sulla strada opposta, lo racconta il docufilm, ci sono le contraddizioni dell’agricoltura intensiva. Un esempio è proprio quello della coltura intensiva delle mele golden in Trentino. In Italia molti sono invece i comuni che hanno aderito al progetto europeo ‘Città libere dai pesticidi’, azzerando o riducendo al minimo l’uso dei pesticidi sul loro territorio in favore di alternative sostenibili: Varese, Ragusa, Malles (Bolzano), Occhiobello (Rovigo), Volvera (Torino), Bastida Pancarana (Pavia), Robilante, Morozzo e Barge (tutti in provincia di Cuneo) e Lozzolo (Vercelli).
IL MESSAGGIO
Secondo l’autore del docufilm “l’Italia può e deve fare molto di più, a maggior ragione in un momento nel quale anche la percezione dei consumatori sta cambiando. Siamo tutti più prudenti, soprattutto per i nostri figli”. Eppure, nonostante a livello europeo l’Italia avesse assunto una posizione favorevole alla messa al bando del glifosato, per esempio, tutto è stato frenato da Bruxelles. Gli interessi in ballo sono tanti. “Prima di rimuovere gli ostacoli politici, sia nazionali sia a livello europeo – conclude Tomasi – possiamo partire da noi stessi, prendendo consapevolezza del fatto che ogni volta che scegliamo qualcosa al supermercato è come se votassimo. Decidiamo noi cosa il mercato offrirà domani”.
Pesticidi, siamo alla frutta

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pest Ormai e’ assodato,l utilizzo massiccio dei pesticidi nelle coltivazioni ,oltre agli ingenti danni ambientali ,alla flora e fauna, provoca danni persistenti ed anche mortali nell uomo. Monsanto e soci ,sostenitori a spada tratta del terribile accordo TTIP, che spero vivamente venga rigettato nelle fattorie americane,sono i principali responsabili di questo scempio.

DITE NO!!!SI ALLE COLTIVAZIONI ECO SOSTENIBILI

Che cosa sono i pesticidi?

I pesticidi di sintesi sono sostanze chimiche (o miscele di sostanze) usate in agricoltura per controllare le infestazioni di insetti, funghi, muffe o piante infestanti. Queste sostanze sono conosciute anche come fitofarmaci, agrofarmaci, antiparassitari.Vengono spesso divisi in categorie a seconda del tipo di infestante che combattono:

Insetticidi, per il controllo degli insetti nocivi.

Erbicidi, per il controllo delle piante infestanti.

Fungicidi, per il controllo dei funghi dannosi. Questi tre gruppi coprono un’ampia varietà di principi attivi, composti e marchi commerciali.

I pesticidi vengono anche catalogati in base alla loro classe chimica: per esempio, organofosfati (pesticidi OP), organoclorurati (pesticidi OC), carbammati e neonicotinoidi.

Possiamo entrare in contatto con i pesticidi in diversi modi:

• Con l’esposizione diretta al lavoro o a casa

• Attraverso il cibo che mangiamo

• Attraverso l’aria che respiriamo in aree agricole o urbane (durante o in seguito alla diffusione di pesticidi)

• Bevendo acqua proveniente da fonti superficiali o di falda contaminate dall’uso di pesticidi sui terreni agricoli

• Attraverso residui di pesticidi presenti nella polvere delle nostre abitazioni

Per le persone che non lavorano con i pesticidi o che non vivono in stretta prossimità di attività agricole o di orticoltura, il principale mezzo di esposizione è il cibo.

Pesticidi di ultima generazione Neonicotinoidi. Si tratta di una classe di pesticidi relativamente nuova. L’imidacloprid, per esempio, è stato commercializzato per la prima volta nel 1985. Queste sostanze hanno una struttura molto simile alla nicotina, con effetti negativi sullo sviluppo dei neuroni (Kimura-Kuroda et al. 2012). Applicati come spray sulle foglie, in forma granulare sul suolo o per il trattamento delle sementi, i neonicotinoidi sono fra gli insetticidi più diffusi attualmente utilizzati in agricoltura su mais, alberi da frutto, patate e molte altre colture. Hanno proprietà sistemiche, ovvero vengono assorbiti e si diffondono in tutta la pianta. La presenza di residui di neonicotinoidi è stata infatti accertata in ogni parte delle piante, inclusi il polline e il nettare. A causa della sospetta tossicità di queste sostanze per le api selvatiche e domestiche, la Commissione europea ha posto delle restrizioni al loro utilizzo.I principali neonicotinoidi includono: clothianidin; imidacloprid; thiamethoxam.

L’erbicida più diffuso Glifosato. È il principio attivo del Roundup (erbicida prodotto da Monsanto) e agisce attraverso l’inibizione di un particolare enzima delle piante. I suoi effetti sulla salute rimangono controversi, ma l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per le persone” (classe 2A) (Guyton et al. 2015). Questa classificazione è basata su limitati riscontri sugli esseri umani (legati principalmente al linfoma non Hodgkin), ma su prove robuste per gli animali. Potenzialmente potrebbe anche causare interferenze al sistema endocrino in cellule umane e avere effetti sulla riproduzione (Gasnier et al. 2009, Cassault-Meyer et al. 2014). Il glifosato è ampiamente usato a livello globale e il suo principio attivo si trova in più di 750 prodotti destinati all’agricoltura, alla silvicoltura, all’applicazione urbana e domestica. Il suo impiego è nettamente aumentato con lo sviluppo delle colture “Roundup Ready”, piante geneticamente modificate (OGM) per essere resistenti agli effetti del glifosato.

Effetti sulla salute legati all’esposizione ai pesticidi Effetti derivanti dall’esposizione prenatale (fetale) e infantile

Negli esseri umani la fase dello sviluppo rappresenta un momento di particolare vulnerabilità agli effetti delle sostanze chimiche tossiche, inclusi i pesticidi (Box 4). L’esposizione ai pesticidi delle donne in gravidanza, e in alcuni casi l’esposizione dei bambini piccoli, è stata collegata a conseguenze negative per la salute dei bambini, che includono:

1. Peso e lunghezza ridotti alla nascita, e manifestazione di anormalità

2. Ridotte capacità cognitive

3. Alterazione del comportamento

4. Maggiore incidenza di leucemie e altri tumori

5. Maggiore incidenza di aborti

Questi impatti negativi sono stati riscontrati in bambini nati da madri che durante la gravidanza lavoravano con i pesticidi, ma gli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione ai pesticidi sono un problema più generale, sia per i bambini che vivono in un contesto rurale sia per quelli che vivono in città.

Neurotossicità Evidenze sempre più numerose indicano che l’esposizione prenatale ai pesticidipotrebbe avere effetti permanenti sul comportamento dei bambini e sulle loro capacità cognitive. Gli organofosfati, in particolare, sono stati oggetto di indaginedi 27 studi condotti su bambini esposti ai pesticidi in giovanissima età: tutti glistudi tranne uno mostravano effetti negativi degli organofosfati sullo sviluppo delcervello e del sistema nervoso dei bambini (Muñoz-Quezada et al. 2013).L’esposizione delle madri e dei bambini ai pesticidi è una fonte di rischio soprattuttonelle aree agricole. Uno studio condotto nella regione rurale della Salinas Valley, in California, ha documentato l’esposizione prenatale agli organofosfati attraverso i livelli riscontrati nell’urina delle gestanti (Bouchard et al. 2011).

Gli alti livelli di questi pesticidi nelle urine delle madri sono stati associati a uno sviluppo più modesto delle capacità cognitive dei bambini una volta raggiunti i sette anni . I figli delle donne più esposte avevano in media un deficit di sette punti nel quoziente intellettivo rispetto ai figli delle donne con l’esposizione minore.Nel nord dell’Equador la floricoltura in serra è intensiva e gli organofosfati sono diuso comune. Uno studio condotto su bambini tra i sei e gli otto anni, le cui madrilavoravano in serra durante la gravidanza, ha indicato deficit costanti nella velocitàmotoria e nella coordinazione, così come nelle funzioni mentali (London et al.Vulnerabilità dei più piccoli ai pesticidi tossiciI feti in fase di sviluppo nel grembo materno e i bambini molto piccoli possonoessere particolarmente vulnerabili agli effetti nocivi dei pesticidi tossici. Il feto,in particolare, a causa della complessità dei processi di sviluppo e al veloceritmo di crescita.Il sistema nervoso in fase di sviluppo può essere particolarmente influenzato da pesticidi neurotossici.

Tra i pesticidi nocivi per il sistema nervoso ci son ogli organofosfati (OP) e alcuni carbammati, piretroidi e neonicotinoidi. Molti diquesti pesticidi sono noti per la capacità di attraversare la placenta. Gli OP adesempio sono stati rilevati nel liquido amniotico che circonda il feto, mettendoa rischio il nascituro in un periodo di rapido sviluppo del cervello (Rauh et al. 2011).Il sistema immunitario nei feti e nei bambini piccoli non è ancora sviluppato e può subire anch’esso impatti negativi da parte delle sostanze chimiche.

I neonati e i bambini molto piccoli possiedono enzimi in grado di ridurre gli effetti dei pesticidi a livelli molto più bassi rispetto agli adulti. Ad esempio, livelliinferiori dell’enzima PON1 nei neonati rispetto agli adulti suggeriscono che i bambini piccoli potrebbero essere particolarmente vulnerabili all’esposizione di pesticidi organofosfati (Huen et al. 2012).Anche i lattanti sono a rischio perché il latte materno, che può venircontaminato dai pesticidi, rappresenta la loro unica fonte di nutrimento,mentre il metabolismo dei neonati non è abbastanza sviluppato per eliminarequesti agenti inquinanti (Corcellas et al. 2012). Inoltre, sia i lattanti sia i bambinipiccoli sono soggetti a rischi maggiori rispetto agli adulti perché le dosi,in proporzione al peso corporeo, sono maggiori a causa delle loro ridottedimensioni (Bouchard et al. 2011). j

Questi deficit sono stati messi in relazione con un ritardo nello sviluppo dei bambini compreso fra un anno e mezzo e due anni, anche per livelli di esposizione che non hanno avuto effetti acuti sulla salute delle madri. Gli organofosfati sono tuttora usati per il controllo delle piante infestanti anche nelle aree urbane. Fino al 2011 il pesticida clorpirifos è stato largamente impiegato nelle zone urbane: non a caso l’esposizione al clorpirifos delle donne in gravidanza e i potenziali impatti sui figli sono stati riscontrati in una grande città come New York (Ruah et al. 2011). Leucemia e altri tumori infantili .

Recenti studi scientifici indicano che i figli delle donne esposte ai pesticidi durante la gravidanza hanno un rischio maggiore di ammalarsi di leucemia (Alavanja et al. 2013). L’esposizione a certe sostanze durante i primi anni di vita potrebbe quindi rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo per vari tipi di leucemia infantile. Dato che il tasso di alcuni tumori nei bambini è in crescita dagli anni Settanta, la possibilità che l’esposizione ai pesticidi aumenti il rischio rappresenta un forte elemento di preoccupazione.

Alcune evidenze scientifiche indicano inoltre che l’esposizione ai pesticidi durante la gravidanza potrebbe aumentare il rischio di tumori alle ossa e al cervello dei bambini (Wigle et al. 2009). Anche l’esposizione ai pesticidi da parte dei padri, al lavoro o fra le mura domestiche, è stata associata a un maggior rischio di tumori al cervello nei bambini (Vinson et al. 2011). Flower et al. (2004) hanno individuato 50 tipi di tumori infantili (su un totale di 17.357 bambini esaminati) indicando un’associazione tra l’esposizione dei genitori ai pesticidi durante l’attività lavorativa e l’aumento dell’incidenza di tutti i tipi di tumore nei bambini, inclusi i linfomi (ad esempio il linfoma di Hodgkin).

Aborto e parti prematuri Bretveld et al. (2008) hanno effettuato uno studio in Olanda sulle donne impiegate nelle serre per la produzione di fiori, dove vengono regolarmente usate grandi quantità di pesticidi come abamectina, imidacloprid, metiocarb, deltametrina e pirimicarb. L’impiego di tutte queste sostanze è approvato dall’Unione europea, ma lo studio ha mostrato che il rischio di aborto per le donne impiegate nelle serre olandesi era quattro volte maggiore.

Pesticidi e danni al sistema nervoso

Molti pesticidi, in particolare gli insetticidi, sono progettati per attaccare il sistema nervoso dei parassiti. Queste sostanze possono però avere effetti neurotossici anche sugli organismi non-target, inclusi (in alcuni casi) gli esseri umani e altri mammiferi (Bjørling-Poulsen et al. 2008). Gli impatti sullo sviluppo neurologico dei bambini dovuti a una significativa esposizione ai pesticidi sono ben documentati. Il legame con alcune malattie neurodegenerative negli adulti è invece meno riconosciuto e si ritiene che l’insorgere di queste malattie possa essere dovuto a una combinazione di fattori ambientali e di predisposizione genetica.

Comprendere i meccanismi che sottostanno a questa interazione tra genetica e ambiente rappresenta un’importante sfida per il futuro (Baltazar et al. 2014).

Morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più frequenti, caratterizzata dalla perdita di neuroni nel mesencefalo (substantia nigra). Le cellule responsabili della regolazione del movimento che si trovano in quest’area del cervello vengono disabilitate, provocando tremori, lentezza nei movimenti, problemi di equilibrio e in alcuni casi anche cambiamenti nel comportamento (Chillar et al. 2013). Le cause del morbo di Parkinson sono complesse: viene associato all’invecchiamento, al sesso e a fattori genetici, oltre che a fattori ambientali come l’esposizione ai pesticidi (Wang et al. 2014). Molti studi, tuttavia, hanno evidenziato che l’esposizione ai pesticidi a cui sono soggetti i lavoratori agricoli è statisticamente associata a un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson (Van Maele-Fabry et al. 2012).

Demenza e morbo di Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza. I fattori genetici incidono fino al 70 per cento sul rischio di sviluppare la malattia. Altri fattori di rischio ben noti sono obesità, tabagismo, vita sedentaria, ipertensione e diabete (Ballard et al. 2011). Tuttavia evidenze crescenti indicano che l’esposizione ad alcuni pesticidi, nello specifico l’esposizione cronica agli organofosfati, potrebbe contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (Zaganas et al. 2013).

Altri impatti sul sistema nervoso La Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia rara che colpisce una o due persone ogni 100 mila e che comporta un rapido processo neurodegenerativo dei neuroni responsabili del movimento. Circa il 10 per cento dei casi ha un precedente familiare, ma si pensa che fattori ambientali come l’esposizione a solventi, metalli e pesticidi organoclorurati aumenti il rischio di sviluppare la malattia (Kamel et al. 2012). Anche l’intossicazione acuta da organofosfati potrebbe essere collegata all’insorgere della SLA, perciò è necessario effettuare ulteriori ricerche per quantificare l’esposizione umana alle diverse classi di pesticidi e la correlazione tra l’esposizione e lo sviluppo di questa malattia (Baltazar et al. 2014)

ADESSO;NON INCOMINCIAMO CON. AHH MA IO NON LO SAPEVO..SE ME L AVESSERO DETTO::etc..etc

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