Almeno ci provano,come ci provarono gli Oglala di Crazy Horse.
Non e’ la terra che appartiene all uomo ma l uomo che appartiene alla terra. Le parole di Toro Seduto risuonano tra le cortecce dei sontuosi alberi amazzonici.Parole che penetrano nel cuore di questi indomiti Indios, parole che alimentano la loro volonta’ di proteggere la propria terra per ringraziarla di aver sfamato e protetto il proprio popolo per decenni.
Le multinazionali stanno facendo sfracelli in Brasile,la meravigliosa foresta amazzonica sempre piu’ viene divorata senza scrupoli,abitanti compresi,per soddisfare superflue esigenze di finto benessere.
I ka’apor vivono da sempre in quelle terre.Vivono con poco ma per loro e’ molto. La cosa piu’ importante e’ la fierezza di essere persone libere in un mondo naturalmente libero.
“povero non è colui che tiene poco, ma colui che necessita tanto e desidera ancora di più e più”
le parole del grande Pepe Mujica, Presidente Uruguay,rappresentano nel migliori dei modi la verita’ assoluta del mondo semplice e naturale di quel popolo indomito.
I Ka’apor non ne possono piu’.Non ne possono piu’ di parole,parole da tutto il mondo. Parole che non riescono a fermare i bulldozer .le motosegne,gli incendi DELLA LORO TERRA.
E cosi’ hanno iniziato la loro rivolta,attaccando gli insediamenti , dando fuoco ad attrezzature
facendo fuggire in mutande operai e maestranze
sequestrando motoseghe
Insomma ci stanno provando. Per questo hanno tutta la mia stima ,fossi li farei lo stesso.
Non so come finira’,forse in bene o forse ,come al solito, arrivera’ un altro settimo cavalleria e le mitragliatrici di Wounded Knee, e tutto finira’ in un mare di sangue.
MI AUGURO E SPERO DI NO! Anche se ,oggi,le logiche della globalizzazione non fanno sconti a nessuno ne a piante,animali e persone.
LUNGA VITA AI KA’APOR E ALLA MERAVIGLIOSA AMAZZONIA,CHE IL LORO DIO PROTEGGA ENTRAMBI.
11.09.2014 importante aggiornamento
come volevasi dimostrare: ecco come finiscono coloro i quali osano sfidare gli interessi dei soliti noti
SAN PAOLO – Quattro ambientalisti sono stati assassinati nella foresta al confine fra Perù e Brasile. E’ successo il primo settembre ma la notizia è stata confermata soltanto ieri. Una delle vittime è un famoso attivista peruviano, Edwin ChotaDi etnia ashàninkas, come le altre tre vittime, Chota, 54 anni, era da tempo uno dei leader indigeni più impegnati nella difesa della foresta amazzonica dalla deforestazione illegale e dai narcos che usano le vie fluviali sul confine per portare la cocaina dal Perù in Brasile e poi verso l’Europa.
Più volte, negli ultimi mesi, Edwin Chota aveva lanciato appelli al governo peruviano sui rischi per la sua sicurezza e quella degli indios ashàninkas perché aveva ricevuto numerose minacce di morte. Alla fine di agosto aveva intrapreso un viaggio nella foresta, a piedi, insieme ad altri tre attivisti per riunirsi in Brasile con altri capi indios. Tutti e quattro sono stati assassinati sulla via del ritorno. Dalle bande di tagliatori illegali di alberi o dai narcotrafficanti.
l’uomo è ingordo e non rispetta più nulla, sono convinta che a breve la natura ci si rivolterà completamente contro…
"Mi piace"Piace a 1 persona
[…] leggi anche della lotta del popolo indigeno amazzonico,qui […]
"Mi piace""Mi piace"