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Archive for 27 marzo 2014

Bracconaggio ai migratori in Libano

Fine del viaggio: due gru appena uccise da cacciatori libanesi (Fonte: Facebook)Fine del viaggio: due gru appena uccise da cacciatori libanesi (Fonte: Facebook)

Sono foto come queste che mostrano l’incredibile dimensione del bracconaggio gli uccelli migratori nel Medio Oriente: uomini armati si mettono orgogliosamene in posa con gru o pellicani appena uccisi. Un altro cacciatore sostiene sorridendo un’aquila anatraia minore morta davanti alla fotocamera. Il suo collega per le foto di rito ha invece appena sistemato sul copriletto il suo bottino di una giornata: circa un migliaio di piccoli migratori ancora caldi. Due bambini di appena 8 anni sostengono due falchi pecchiaioli che il padre ha appena riportato a casa dopo una mattinata a caccia. Un’altra immagine mostra in primo piano delle cicogne appena uccise. Subito dietro il cacciatore, appoggiato con espressione compiaciuta all’auto, una sigaretta nella mano e il becco di una cicogna nell’altra. Tutto intorno i cadaveri di una trentina di cicogne, uccise di notte al bordo del deserto, mentre dormivano in una pausa durante la migrazione.

Questo pellicano é rimasto solo ferito dal colpo e viene presenato come trofeo vivo di caccia (Fonte: Facebook)Questo pellicano é rimasto solo ferito dal colpo e viene presenato come trofeo vivo di caccia (Fonte: Facebook)

Tutte queste immagini scioccanti sono state scattate in Libano, dove, nonostante l’ufficiale bando della caccia, ogni anno milioni di uccelli migratori vengono uccisi dai cacciatori locali. E ad autodenunciarsi sono gli stessi cacciatori, perché le immagini che li ritraggono con migliaia di uccelli protetti ammazzati, le hanno scattate proprio loro per poi caricarle su Facebook. E a raccoglierle e poi diffonderle come dimostrazione della gravitá della situazione é stato il Lebanon Eco Movement (LEM – la pagina facebook la trovate qui ) – un gruppo di 60 associazioni locali ambientaliste – che il CABS ha deciso di sostenere finanziarmente. I volontari libanesi hanno tenuto sotto controllo per mesi le pagine Facebook dei cacciatori e il risultato di questa indagine lascia senza parola i conservazionisti di tutta Europa: anche oltre le frontiere dell’Unione Europea i nostri migratori sono letteralmente massacrati senza controllo da cacciatori che imperversano con i loro fucili senza tener conto di nessun principio né etico, né umano, né tantomeno di conservazione. Il fatto che le immagini dei delitti vengano caricate su Facebook dimostra che in Libano non vi sia alcun controllo sull’attivitá venatoria.

Bambini posano con poiane uccise a fucilateBambini posano con poiane uccise a fucilateUfficialmente infatti la caccia é bandita in Libano sin dal 1995. Per controllare il diffuso bracconaggio, le autoritá libanesi hanno elaborato nel 2004 un disegno di legge che permette la caccia ad alcune specie fra le piú comuni, ma che allo stesso tempo punisce l’abbattimento di numerose specie (rapaci, cicogne, pellicani appunto…). Questo disegno di legge non é stato peró ancora approvato fino ad oggi. Ecco che perché i politici responsabili si mettano in moto per fermare il bracconaggio, i protezionisti libanesi chiedono il supporto dall’estero. I cittadini e gli stati membri europei devono alzare la propria voce conro il massacro di uccelli che viene perpetrato in Libano e mettere sotto pressione il governo di Beirut. Questa é la richiesta del LEM: un nuovo compito per gli ambientalisti europei.

Campagna di protesta – Aiutiamo i conservazionisti locali!

Massacro di uno stormo di cicogne in riposo notturno sulla costa libanese  (fonte: Facebook)Massacro di uno stormo di cicogne in riposo notturno sulla costa libanese (fonte: Facebook)LEM ha messo in cantiere – oltre all’azione di protesta – anche una campagna di denuncia e sensibilizzazione pubblica nelle roccaforti del bracconaggio. Il progetto prevede incontri con la gente e i cacciatori per spiegare i problemi di conservazione che affrontano le differenti specie, oltre alla realizzazione di manifesti e brochures. Il CABS ha stabilito di sostenere questo progetto logisticamente e finanziarmente. Per l’autunno 2013 un team di attivisti del CABS ha previsto di recarsi in Libano per confrontarsi con il LEM e scambiare infomazioni e strategie per il prosieguo della campagna.
Oltre alla pubblicazione del materiale fotografico CABS e LEM stanno anche lavorando insieme per pubblicare un rapporto sulla situazione el bracconaggio agli uccelli migratori in Libano da consegnare alla Commissione Europea e ai ministri dell’Ambiente degli Stati membri

Per tutti coloro che vogliano aiutare a sostenere questa campagna, chiediamo di scrivere un testo (in italiano o in inglese) da inviare per mail o per Fax all’ambasciata libanese in Italia. Qui di seguito l’indirizzo:

Capo missione: Sig. Karim KHALIL
Primo Segretario, Incaricato d’Affari a.i.
Ambasciata del Libano in Italia
Via Giacomo Carissimi 38 ,
00198 Roma
Fax 06-8411794
E-mail: ambalibano@hotmail.it

Ulteriori foto dal Libano

In Europa a rischio di estinzione, in Libano usata come bersaglio vivente: l'aquila anatraia minoreIn Europa a rischio di estinzione, in Libano usata come bersaglio vivente: l’aquila anatraia minore
Un a bimba mostra un falco lodolaio uccisoUn a bimba mostra un falco lodolaio ucciso
Piú grane é, meglio é: un grifone inanellato ammazzato da un cacciatorePiú grane é, meglio é: un grifone inanellato ammazzato da un cacciatore
Assurdo inspiegabile massacro notturno di cicogneAssurdo inspiegabile massacro notturno di cicogne
Cacciatori con centinaia di fringuelli e altri piccoli migratori uccisiCacciatori con centinaia di fringuelli e altri piccoli migratori uccisi
Un biancone sparato, ma ancora vivoUn biancone sparato, ma ancora vivo
Nei boschi libanesi fanno bella mostra di sé milioni di cartucce sparateNei boschi libanesi fanno bella mostra di sé milioni di cartucce sparate

 

 

E il governo italiano e’ li :

(dal sito Ministero della Difesa)

Siamo in Libano a sostegno delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 425 del 19 marzo 1978,  n. 1701 del 11 agosto 2006 e la n. 1832 del 27 agosto 2008.Il nostro compito:

Assistiamo il Governo libanese ad esercitare la propria sovranità sul Libano ed a garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele. Sosteniamo, inoltre, le forze armate libanesi nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area allo scopo di prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni all’interno delle quali possa essere ritrovata una pace duratura.

Pace duratura? Queste stragi inutili sono peggio della peggiore guerra.

Maledetti Bastardi!Ma cosa altro possono essere persone che sparano a delle cicogne DURANTE IL RIPOSO NOTTURNO!!!

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Con la bella stagione aumenta la voglia di mangiare all’aperto. E uno dei modi senz’altro più divertenti è quello di improvvisarsi novelli primitivi e cucinare con il solo ausilio del fuoco, magari in buona compagnia. Cuocere “alla griglia” o “alla brace” : si prepara un alimento, che viene poi cotto su una superficie forata, di solito acciaio, ghisa o altro, posta sopra alle braci di legna, più o meno distante. Al posto della legna, vengono anche usati elementi elettrici o a gas. E’ una splendida cottura, ma con un problema: il benzopirene, contenuto nei fumi del grasso finito sulle braci che avvolgono e impregnano gli alimenti durante la cottura e nei residui nerastri attaccati all’alimento a cottura ultimata.

Il benzopirene si accumula nel fegato dove viene processato per la sua eliminazione, potendo determinare una tossicità a breve, medio termine (malattie albero respiratorio come asma, enfisema polmonare) o effetti a lungo termine come ad esempio tumori cutanei o epatici e bronchiti croniche. Non per fare i salutisti a oltranza, ma è meglio ridurre i barbecue il più possibile, se non si riesce ad eliminare il benzopirene dalla cottura.

Cuocendo alla brace carne, pesce, anche verdure, si formano sostanze cancerogene come i già noti idrocarburi aromatici (benzopirene), ma anche amine eterocicliche quest’ultime responsabili di tumori multipli al polmone, fegato, intestino in animali da esperimento. Con temperature molto alte, 800°C, si alterano le componenti organiche dell’alimento e si producono anche alterazioni delle sostanze grasse, con formazione di radicali liberi, notoriamente responsabili di danno e invecchiamento cellulare. Generalmente, con la cottura alla brace non si superano i 200°C, però bisogna comunque adottare alcuni accorgimenti: usare braci non proprio ardenti, tenere la griglia distante dai punti più caldi, evitare il più possibile che le sostanze grasse prodotte dal cibo finiscano sulle braci; la cottura deve essere uniforme e non carbonizzare le superfici esterne dei cibi. Inoltre è opportuno accompagnare i cibi cotti alla brace con molti ortaggi freschi e succo di limone, notoriamente ricchi di antiossidanti.

Cucinando la carne con questa tecnica naturale, quale è quella di arrostire al calore della brace, i grassi man mano che vengono riscaldati fino alla temperatura di fusione passano dallo stato solido a quello liquido, cioè fondono e quindi colano sotto forma di gocce che vanno perdute.

Questi grassi cotti non hanno quindi mai fatto parte dell’alimentazione dei nostri antenati preistorici e per essi quindi non vi può essere stato alcun adattamento. Se sottoponiamo ad esempio l’olio da friggere, già riscaldato fino alla temperatura di ebollizione, ad un ulteriore riscaldamento, ben presto viene raggiunto il cosiddetto “punto di fumo”, cioè la temperatura alla quale gli oli si trasformano in gas che volatilizzano sotto forma di fumo denso. La 2 temperatura di fusione, la temperatura di ebollizione e il punto di fumo sono diversi per i vari tipi di oli o grassi.

Si formano anche gas, che sono il risultato di modifiche chimiche più profonde rispetto a quelle dei grassi fusi, ed è per questo che risultano essere i più dannosi. Di fatto si sa che sono veri e propri veleni. In Spagna anni fa è accaduto che siano stati venduti come alimentari degli oli che inizialmente erano stati destinati ad un uso industriale e che per questo erano stati riscaldati ad alte temperature al fine di purificarli. Le conseguenze sono state catastrofiche e centinaia di persone sono morte.

In conclusione vanno evitati per quanto possibile tutti i grassi che cuocendo arrivano a superare la temperatura di fusione, e vanno anche accuratamente evitate tutte quelle situazioni che favoriscono il permanere nei cibi, o a contatto con essi, dei grassi arrivati al punto di fumo, anche se si tratta di quantità minime. Per la cottura al barbecue spesso vengono usate “griglie chiuse” (superfici di acciaio, ferro, ghisa, alluminio, pietra ollare, ecc.), che poste sulla fiamma evitano che le carni siano a diretto contatto con essa. Con queste superfici però, il grasso in parte fonde e impregna i cibi. Con le normali griglie, il grasso contenuto si scioglie durante la cottura e colando sulla brace origina sostanze tossiche (benzopirene).L’ideale è l’uso di una griglia, che non faccia friggere il grasso sotto gli alimenti, non lo faccia colare sulla brace, ma lo asporti, evitando il formarsi di sostanze tossiche.

La cottura dei cibi è meglio se avviene in assenza di grassi sia animali che vegetali (anche se quest’ultimi sono preferibili ai primi). I grassi vegetali (l’olio) possono essere aggiunti crudi sul cibo dopo la cottura. Nella cottura alla brace, bisogna sempre aver cura di evitare la bruciatura e l’affumicatura dei cibi; inoltre bisogna dire un NO categorico a carne e pesce cotti direttamente sulla fiamma. Le parti superficiali eventualmente carbonizzate contengono il benzopirene più pericoloso e concentrato; gli alimenti non devono essere posti sulla viva fiamma ma sulla brace.

La carne di molti allevamenti intensivi, ancor prima di essere messa sulla griglia, contiene agenti (ormoni e farmaci per la crescita dell’animale, sostanze
conservanti della pezzatura della carne) ritenuti cancerogeni o responsabili della diffusione metastatica dei tumori; al termine della cottura alla brace, fatta senza alcuna precauzione e quindi piena di fumo di grasso bruciato, un kg. di questa carne può arrivare a contenere la stessa quantità di benzopirene di 600 sigarette!

COME SALVAGUARDARE LA SALUTE DAVANTI AL BARBECUE:

1 accertarsi dell’ottima qualità dell’alimento, della sua provenienza e del suo stato di conservazione;
2 verificare che la griglia sia perfettamente pulita e non presenti residui già combusti di una precedente cottura; togliere dal barbecue la vecchia cenere e i residui di grasso;
3 posizionare la griglia a debita distanza dalla brace: meglio cotture lente a temperature inferiori che cotture veloci e a temperature elevate con rischio di
carbonizzare le proteine; inoltre un’eventuale strato esterno bruciacchiato impedisce un’adeguata cottura interna del cibo, con potenziale rischio microbiologico; eventualmente si può ricorrere a pezzature inferiori del prodotto;
4 oliare l’alimento solo a cottura terminata con oli monoinsaturi (olio extravergine di oliva); è possibile speziare l’alimento prima della cottura, mentre la
salatura va fatta alla fine per evitare disidratazione e conseguente “rinsecchimento” dell’alimento;
5 evitare che gocce di grasso cadano sulla brace producendo “benzopirene”; questo è senza dubbio il punto di maggior rilievo per una cottura alla brace senza rischi;
6 impedire che l’alimento frigga sul proprio grasso per tempi lunghi e ad elevate temperature senza un adeguato drenaggio dei grassi fusi;
7 non allontanarsi dal barbecue durante la cottura, per verificare che la brace non cominci ad ardere;se si producono grandi quantità di fumo dalla brace, allontanare l’alimento e non inalare il fumo stesso (irritante per occhi e mucose polmonari);
8 non manipolare l’alimento con mani sporche di cenere o carbone;
9 mai riutilizzare il grasso fuso dell’alimento e drenato dalla griglia per “insaporire” l’alimento;
10 accompagnare il cibo cotto alla griglia con alimenti ricchi di vitamine antiossidanti (verdure e frutta freschi).

Dal mio punto di vista posso solo aggiungere:Cercate di consumare meno carne possibile, se non del tutto

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no-nike

Se riuscite a guardare per intero questo video ,vi assicuro che non comprerete mai piu’ scarpe da football della Nike,Adidas o altri

Da una recente ricerca, si è scoperto che dal 2002 ad oggi, in Australia,  sono stati massacrati 33 milioni di canguri per realizzare con la loro pelle scarpe da calcio e per il consumo alimentare. In questa agghiacciante statistica non sono conteggiati i piccoli di canguro, uccisi a bastonate o schiacciati dalle macchine trovati nei marsupi delle loro madri morte.

La prima associazione animalista ad interessarsi di questo drammatico olocausto fu l’inglese VIVA.

Nel 2003 gli attivisti inglesi iniziarono a scrivere al giocatore David Beckham, reo di essere il testimonial delle nuove scarpe da calcio dell’Adidas realizzate con pelle di canguro. Il nome della scarpa era tutto un programma: “Predator”. Pensando che la stella inglese fosse all’oscuro dei fatti e in buona fede, gli  inviarono centinaia di filmati e testimonianze che mostravano il terribile massacro dei canguri ma solo dopo numerose pressioni  e anche grazie all’intervento di Paul Mc Cartney,  ottenero dal suo manager un laconico “vi faremo sapere”.

Solo 4 anni dopo Beckham, sotto la pressione di migliaia di mail di fans inferociti , ha iniziato ad indossare scarpe sintetiche.

Per le stesse ragioni, l’Adidas ha dichiarato recentemente di voler ridurre entro i prossimi 12 mesi del 98% l’utilizzo di pelle di canguro e lo stesso ha fatto la Umbro con la promessa di voler prestare maggiore attenzione all’impatto ambientale dei propri prodotti.

E la Nike? Assolutamente no…Per la multinazionale più famosa dello sport la pelle di canguro è troppo economica e cambiare i macchinari di produzione non rientra nei loro piani.

Non è questa unabuona ragione per smettere di comprare i loro prodotti ?

Per maggiori informazioni visita

www.savethekangaroo.com

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