Ma cosa ne sanno loro?
Cosa ne sanno all’ estero della magia di una moka?
Loro, con i loro beveroni da cavallo: ettolitri di acqua con quella polvere liofilizzata.
Ma chi ha dato loro l’ardire di chiamarlo caffè?
Cosa ne sanno del piacere di macinarlo, prepararlo , con quella moka che ha visto intere mattinate di vita ed è ancora lì a darti il buon giorno e la buona digestione.
Per non parlare della musica che proviene quando il caffè sobbalza bollente come lava . Puoi avere mille e mille cose in testa ma il tuo essere viene rapito da quel suono armonico che è il preludio a quel magico aroma che si insinua in casa .
Cosa ne sanno quelli che premono un pulsante in quelle caffettiere di cristallo zeppe di “intruglio” ? Ma anche quella capsula-mania che spazia in giro, tutte figlie della fretta che non ti lascia nemmeno partorire anche quei cinque minuti di attesa di una moka.
Adoro la moka , ne ho tenuta una anche senza manico che si era rotto, mi scottavo a volte, ma chissenefrega, mi scocciava proprio lasciare quell “oggetto” che mi aveva accompagnato da sempre.
Ne ho una anche in macchina con il suo necessaire, nel bagagliaio , pronta ad ogni evenienza nel suo zainetto da portare ovunque.
Chi non riesce ad aspettare quei magici minuti di una moka ha paura del tempo , quando è il tempo che dovrebbe aver paura di te.