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Archive for 23 ottobre 2011

full moon – dimensionecore2011

OMBRA DI VITA (2006)

E’ enormemente appagante assaporare l’ultimo sole del giorno. Quello che sfiora vette , quello che chiama il riposo notturno. 

Gli ultimi raggi di questo equinozio allungano di molto la percezione delle dimensioni. 

La luce radente mi affascina, così come ha affascinato quel malandrino del Merisi. 

Si rimane un po’ estasiati dai contorni generati. A volte buffi e sorprendenti, a volte estremamente misteriosi. 

Proprio come oggi.

 Sono rannicchiato su questa montagna, il tramonto trafigge la mia nuca. La  trafigge e la distende su un pendio umido di autunno appena battuto, dentro foglie che si contorcono in sfumature giallo ocra. 

Alcune trattengono ancora un sentore di verde quasi a rifiutare il proprio destino.

 Rami mostrano la ormai nuda struttura ad un cielo spazzolato dal vento del Nord.

 La mia proiezione si adagia dentro cio’. 

E qualcosa mi rovista la mente. 

Urlo di scogliera. Proprio come un mare che rigetta la sua forza sulla terra. Un lamento di intensità alterna . 

Mi par di carpire qualche verbo ma forse solo immaginazione.

 Forse solo il vento…. forse.

 Eppure adesso l’ho sentita bene quella parola.

Per davvero.

 Ne son sicuro, Bacco, non ha accompagnato la frugalità del mio pasto montano questa volta.

 “Perdonami” 

L’ombra si allunga a sproposito sulla valle, le mie gambe tralicci legnosi di una palafitta che sostiene il peso enorme di quella parola.

Si allunga anche il mio pensiero e corre .

Corre dietro quella voce strana. 

Un brivido affonda aghi dentro la mia carne.

 “Chi mi chiede cio’?”

 Mi faccio questa domanda a voce alta girando il capo ai quattro punti. Cerco qualcuno, fuori dubbio. Chi puo’ aver parlato in questo posto di Caprioli e Tassi ?

 Nessuno.

 Guardo meglio, ma l’unica cosa degna di un fremito vitale, sono alcune mucche sul pendio che disegnano il cammino verso il tepore della stalla.

 Adesso che ci penso mi è capitato altre volte.

 Sarà la tranquillità del posto, sarà la delicatezza dei colori autunnali, ma il fatto, oggi, non mi urta piu’ di tanto.

 Mi incammino di un passo leggero quasi a rifiutare di ferire l’erba verde, pasto quotidiano di erbivori di ogni specie.

Pasto prima del rigore dell’inverno.

Leggero e pregno di rispetto il mio incedere,vorrei vedere Voi cosa direste se un capriolo calpestasse irruente i vostri 

maccheroni irrorati di sanguigna salsa mediterranea .

 L’ombra mi segue, ridicola nella sua sproporzione.

 Una figura che sembra spaventare quei corvi a fondovalle intenti a rovistare l’erba in cerca di lombrichi.

 “Ma non sarà l’ombra che mi chiede ? “

 Questo pensiero mi sconvolge un attimo.

 O forse è questa improvvisa brezza che discende dal picco dove vivono fiere Poiane a sconvolgermi ?

 Per la verità non riesco a dare un risposta.

 “Perdonami”

 E no! Adesso l’ho sentita forte e spavalda, alterata dalla mia mancata risposta.

Mi fermo. 

Si ferma anche quel cervo diritto davanti a me.

 Anche la sua ombra si ferma .

 Le sue narici graffiano l’aria cercando sentori amici o nemici.

” Che bella bestia”.

Le parole mi escono a voce alta, i miei occhi corrono morbosi sul suo palco.

 E improvvisamente vedo quelle tre ramificazioni vicine.

 “E’ un coronato !”

Si sente forte e quasi mi sfida. Inutile dire che io sono immobile, le scarpe addolcite da un rivolo di muschio.

 I coronati sono quei cervi adulti che presentano sul loro palco quella ramificazione somigliante ad una corona.

 A detta di quei lestofanti dei cacciatori non gli si puo’ sparare, una specie di salvacondotto.

Ma i bracconieri non se ne curano troppo, a loro importa rimpinguare le tasche con accondiscenti ristoratori. 

Mi chino per non spaventarlo, quasi una sottomissione alla sua splendida essenza regale.

E’ già un privilegio che mi ha concesso nel poterlo osservare così da vicino

 Poi….

 Un fragore assordante. Uccelli sciamano dagli alberi.

 Uno sparo in un quiete tramonto autunnale è qualcosa di orribilmente devastante.

Tutto l’equilibrio delicato dei colori,dei profumi di spore e castagne umide, viene deturpato:una cosa maledettamente sconsacrata.

 Non lo vedo piu’ .

 Mi alzo e non riesco nemmeno piu’ a respirare.

 La sua ombra non c’è piu’.

 Essa giace sotto il suo corpo intriso di sangue.

 Mi guardo attorno, anche il sole è sparito dietro il monte. 

E’ sparita anche la voce .

Non vedo piu’ nemmeno la mia ombra.

 Un brivido violenta la mia corteccia cerebrale.

 “E’ vero! Quel timbro, quella cadenza…ma..quella era la mia voce!!!!

 Perdonami caro amico, non ho saputo salvarti da una triste fine.

 Ora mi chiederai di aspettare l’infame ,ora mi chiederai vendetta

 Perdonami ancora, ma non ci sarà vendetta intrisa di violenza, Io non so che farmene della violenza, è‘ un affare che deturpa il cuore, è un affare da loschi individui

 Lo aspettero’ domani, quando il sole spunterdi nuovo e gli rubero’ per sempre la sua ombra.

Senza quella, siamo tutti come sei tu adesso:

Morti

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