Non ci si rende conto,oggi, quanto è prezioso dedicare molto più tempo a noi stessi.Dettagli di vita sfuggono inesorabilmente,emozioni scoppiano come bolle di sapone soffiate da un edonismo che ci fa confondere l’essere con l’avere.
Questo è quello che vogliono da noi, farci correre ,competere, agguantare cose,spesso inutili, senza piu’ pensare , solo per il piacere di possedere sempre l’ultimo gingillo da mostrare.
Ultimamente, un fatto non voluto o magari voluto da qualcuno, lassù,mi ha fatto riscoprire l’entusiasmo giovanile di quando,il mio povero vecchio,se ne arrivò con la mia prima bicicletta .
Allora,era tutta rossa,una 24 con l’immancabile canna di bambù legata sulla canna centrale per andare a pescare alborelle al lago.
Oggi, è una bellissima Kalkhoff, a pedalata assistita,acquistata con un po di fatica.
Pedalata assistita significa che sulla bici è presente un piccolo motorino da 250w,comandato da una batteria ricaricabile che entra in azione, solo, quando pedali e si stacca automaticamente quando raggiungi la “folle” velocità di 25 km orari. Una piccolissima centralina sul manubrio ti permette di selezionare tre livelli di assistenza:eco,medio,sport. Ovviamente c’è anche la possibilità di tenere tutto spento e scegliere di andare di polpacci e quadricipiti.
Adesso sto pensando sempre più di sostituire l’auto,le sue costanti spese e il suo carico dannoso dagli scarichi,per quanto possibile.
E’ un vero piacere utilizzare la “bipa” , quando sei molto stanco per il lavoro,ti porta allegramente a casa ,con il minimo sforzo. Quell’antipatica salita che porta in cima al paese non spaventa neanche più.
Lascio dire agli altri ciclisti.
Criticano, ma non sanno che anche io ero come loro:velocità,rapporti duri,fatica e sudore,tempi,km su km.
Non ne ho più bisogno,già faccio un lavoro faticoso ed ho solo bisogno di vivere il mio tempo in sella,fresco e concentrato su tutti i dettagli che mi scorrono accanto e pure fermarmi se la cosa richiede attenzione.
Non vi immaginate neanche quante cose mi sfuggivano solo nel tratto casa lavoro,chiuso nell’abitacolo della macchina, di un bus, attento solo a non farsi superare dal prepotente di turno.
Oggi,mi sono anche riappropriato della mia città ,andando a vivere di più il centro storico senza piu’ problemi e limiti, girando e svoltando a destra e a manca,sempre con discrezione.
L’unico limite è il tempo metereologico,ma per me,vecchio ciclista e motociclista di quelli duri, non è mai stato un problema,anzi.
E così, l’altra notte,finito il turno verso le 4 ,sotto una pioggia torrenziale,anzichè puntare verso casa,ho puntato verso la mia anima e sono andato a scovare il silenzio di una piccola cittadina sul lago ed i suoi anfratti,ultra calpestati di giorno,ma inesorabilmente vuoti dentro la notte fonda.
Solo pensieri positivi e una voglia persino di cantare.,
Stupida cosa? No, semplicemente GRANDE
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