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Posts Tagged ‘Punto di non ritorno’

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Tutto il mondo gongola,i media impazzano per questa firma ,definita storica,  del COP21.

Palle!Di storico ci sono solo i fatti veri.

Prima di proseguire vorrei ricordare che il rispetto ambientale in tutti i suoi aspetti è un DIRITTO e non un optional come la vogliono far passare questi politicanti,dopo decenni e decenni di maltrattamento ,uso e abuso del pianeta.Ci sono tante belle parole e promesse(come al solito) dentro questo accordo :riduzione della emissioni,della temperatura,dello sfruttamento fossile etc etc.

SI MA DA QUANDO??

Nel G20 parlavano tranquillamente dal 2050,prima no. I capitani di industria delle multinazionali USA,CINA,INDIA hanno detto no,prima devono spolpare l osso

Dicono che si puo’ aspettare.E sarà così,vedrete

Peccato che altre fonti riportano altre drammatiche informazioni sui limiti temporali.

Secondo lo studio “Continued global warming after CO2 emissions stoppage,” pubblicato su Nature Climate Change, «Anche se le emissioni di anidride carbonica subissero un brusco arresto, l’anidride carbonica che è già nell’atmosfera terrestre potrebbe continuare a scaldare il nostro pianeta per centinaia di anni». La ricerca – finanziata dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e dalla Carbon Mitigation Initiative della Princeton University – suggerisce che ci potrebbe volere molta meno CO2 di quanto attualmente si pensa per i raggiungere la temperatura globale che gli scienziati ritengono pericolosa.

Punto di non ritorno del Pianeta Terra

Cambiamenti climatici

Sul fronte climatico gli autori stimano che la concentrazione di diossido di carbonio (CO2) non debba passare un valore compreso fra le 350 parti per millione e le 450 parti per milione. Attualmente ci si trova a una media di 400 parti per milione ovverosia a metà del range limite fissato dagli studiosi che aggiungono anche come in alcune regioni i limiti di sostenibilità siano, in realtà, più bassi, come dimostrano“le canicole e le siccità in Australia”.

Erosione della biodiversità

Perché l’erosione della biodiversità fosse sostenibile occorrerebbe che si perdessero specie a un ritmo di 10 su un milione per ogni anno, ma, attualmente, il tasso d’erosione è largamente superato e viaggia a un ritmo dalle 10 alle 100 volte superiore. E ovviamente ogni scomparsa scatena un effetto domino su specie contigue, con un esito imprevedibile.

Cambiamento d’uso dei suoli

Il terzo fattore è il cambiamento di utilizzo dei suoli: per i cercatori bisognerebbe conservare il 75% delle coperture forestali nelle zone storicamente forestali: ma in alcune regioni si è pericolosamente scesi al 60%. Il cattivo esempio è il Brasile, mentre l’Africa Equatoriale e l’Asia meridionale nonostante disboscamenti su larga scala sono ancora al di sopra della soglia-limite.

Flusso del fosforo

La caccia ai terreni agricoli – uno dei moventi della deforestazione – provoca una perturbazione dei cicli dell’azoto e del fosforo che sono necessari alla fertilità dei suoli agriucoli. Queste perturbazioni sono principalmente causate dall’utilizzo eccessivo di fertilizzanti e dalla cattiva gestione delle deiezioni animali.

A questo punto qualsiasi dottore ,viste le condizioni disperate del paziente,organizzerebbe subito una sala operatoria per intervenire senza perdere un minuto.

E invece??

Ecco il programma di quanto i “Grandi” hanno deciso  alla fine del COP 21

Dopo la cerimonia della firma dell’accordo sul clima, nella sede delle Nazioni Unite di New York, ecco quali saranno le prossime tappe per l’implementazione dell’accordo Cop21 di Parigi sul Clima:

2 maggio
Pubblicazione da parte del segretario della Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) di un rapporto sull’impatto globale degli impegni di riduzione di dei gas a effetto serra presi dai 187 paesi presenti a Parigi (noti sotto il nome di “contributi nazionali”).

5-6 maggio
Vertice di “azione per il clima 2016” a Washington, una riunione di riflessione che vedrà riuniti i rappresentanti dei governi, del settore finanziario, degli affari, della società civile e dei ricercatori.

16-26 maggio
I negoziatori si ritroveranno a bonn per la prima riunione del gruppo di lavoro a hoc sull’accordo di Parigi.

26-27 maggio
Vertice del G7 a Ise Shima, in Giappone, per esaminare le modalità per “guidare gli sforzi della comunità internazionale” di fronte al riscaldamento climatico.

1-2 giugno
Riunione dei ministri dell’energia a San Francisco per una discussione annuale sull’energia pulita.

28-30 giugno
Riunione a Songdo, in Corea del Sud, del fondo verde per il clima, un meccanismo finanziario dell’Onu creato per aiutare i paesi in via di sviluppo, mobilitando dei fondi versati dai paesi sviluppati.

29-30 giugno
Riunione dei ministri dell’energia del G20 a Pechino.

3-5 luglio
Riunione del cosiddetto “dialogo di San Petersberg sul clima” a Berlino.

19-26 settembre
Mobilitazione della società civile per il clima a New York, nel quadro della Climate Week Nyc.

26-28 settembre
“Climate chance”, riunione a Nantes, in Francia, degli attori non pubblici (collettività locali, ong, sindacati, aziende, scienziati) sui cambiamenti climatici per fare il punto dell’azione condotta a livello mondiale.

7-9 ottobre
Riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale e della banca mondiale a Washington.

7-18 novembre
Cop22 (conferenza delle parti) a Marrakech, in Marocco, quando la Francia cederà la presidenza al Marocco.

12 dicembre
Primo anniversario dell’accordo di Parigi.

Ecco qui! Un altro anno di incontri ,cene,visite di città diverse, pacche sulle spalle.Un altro anno perso. Qualche cervellone ha fatto notare che ci devono essere i tempi tecnici per le varie fasi e che gli ambientalisti sono i soliti provocatori disfattisti,allora io rifaccio la domanda:

“Ma un malato quasi terminale si puo’ curare con l aspirina?”

“i nostri figli e nipoti ci ringrazieranno per questo accordo”  hanno detto al margine dell incontro. Figli e nipoti pisceranno sulle vostre tombe se non vi date una mossa,questo è sicuro.

 

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calotta antartide in scioglimento

calotta antartide in scioglimento

Punto di non ritorno significa che ,purtroppo, non si torna piu’. La calotta glaciale dell Antartide si sta letteralmente squagliando e non e’ che la possiamo mettere in frigorifero per ricostruirla. 

Nonostante tutti gli spergiuri e anche FALSE notizie rassicuranti da parte dei governanti mondiali il fatto concreto e REALE e’ questo.

Vedremo che cosa racconteranno quando la Florida sara’ sommersa,cosi’come le coste cinesi,russe,australiane e tutti i meravigliosi atolli saranno inghiottiti.

Fossi il pronipote di Putin,Obama,Xi Jinping e i loro compagni di merenda andrei a pisciare tutti i giorni sulle loro tombe.

 

In Antartide è iniziato il collasso della calotta glaciale occidentale (il cosiddetto Wais, Western Antarctic Ice Sheet): il processo di scioglimento ha superato il punto di non ritorno e, se dovesse propagarsi all’intera area, potrebbe causare un innalzamento del livello dei mari pari a 3-4 metri nei prossimi secoli. A lanciare l’allarme sono due studi: il primo, dell’università di Washington, pubblicato su Science, e il secondo della Nasa e dell’università della California a Irvine.

Entrambe le ricerche hanno studiato l’area della calotta glaciale occidentale lungo la costa di Amusden. Qui si trova il ghiacciaio Thwaites, il ‘cardine’ dell’intero sistema Wais che, secondo i ricercatori, ha già iniziato a collassare così come molti altri ghiacciai vicini. I rilievi topografici fatti nell’ambito dell’operazione IceBridge della Nasa dimostrano che il ghiacciaio Thwaites ha ridotto la sua elevazione di diversi metri l’anno superando il punto di non ritorno. Secondo le simulazioni la perdita di ghiaccio continuerà nel corso del prossimo secolo con una velocità piuttosto modesta, ma tra 200-500 anni accelererà in maniera repentina, appena la linea di confine tra ghiaccio e terra sarà arretrata fino alle regioni più profonde del bacino.

 

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