BENVENUTO DICEMBRE
Non c è che dire, sono giorni questi che respirano pace.
Quasi un armistizio sulla maleducazione, arroganza e menefreghismo che serpeggia quasi tutto l’anno, anche nelle parole,nei gesti della gente si avverte ciò.
Cammino quasi a fatica tra la tortuose contrade della città murata e si, vien da sorridere a tutti.
Sorridere a sconosciuti è un bel successo ,soprattutto per se stessi, si sorride pure agli animali ,ma pensa te.
Mi piace davvero questa situazione e penso sarebbe un traguardo importante trascinarsi questa euforia anche dopo questa “tregua”.
In questi momenti si pensa un po’ a tutti e a tutti si vorrebbe regalare qualcosa, simbolo di amore o gratitudine che sia.
C è frenesia, calpestio costante sui selciati e negozi che traboccano, proprio non si vuole dimenticare nessuno,almeno oggi.
Ad essere sincero ,non ho mai collegato più di tanto le parole affetto con regalo, forse perché il più bel regalo è una cosa impalpabile, è il filo che collega l’anima agli occhi, quella calda sensazione di gioia immensa alla vista di un genitore di un figlio,di un caro amico.
Io faccio parte di quelli che ne hanno perso un po’ di persone care, perse visivamente ben si intende.
Son qui in questa bolgia e sorrido anche io ai passanti ma ,proprio in questi giorni, dentro me c’è quasi sempre un gran trambusto.
Perdere entrambi i genitori è un bel affare, credetemi, cosi come lo è perdere il miglior amico e anche il proprio cane.
Beh, io,da questo punto di vista ho fatto jackpot, li ho persi tutti.
“Dai, son passati anni,il tempo guarisce”.
Può essere.
E poi guarire da cosa? Da ricordi di momenti felici?
Ma no,dai, son così rari, meglio non guarire mai da questa “malattia”.
Sembro un po’ imbecille, tutti intorno pensano ai vivi e io penso ai defunti.
Lo penso ,perché il sangue che scorre dentro me è il loro sangue ed è ancora vivo, non c’è niente di defunto. È il sangue del loro amore, di quando mi hanno generato in una fredda notte d inverno.
Eddai, son cose belle da pensare, i sorrisi di tua madre, il cavalluccio di tuo padre, lo sguardo di un amico vero, quello del tuo cane.
Non posso e ,per dirla tutta, non voglio non pensarci.
Il tempo guarisce ma anche trasforma, trasforma luoghi e persone e, molto spesso, sei li,solo in fronte al lago a fare stupidi confronti, di come potrebbe essere se, di quella volta che, se solo potessi tornare.
Con i se non si va da nessuna parte e meglio proprio non provare a fare paragoni o farsi mordere dai rimorsi, meglio tenersi gelosamente i ricordi vissuti a piene mani, sono emozioni proprie del momento di vita di quel preciso tempo.
Momenti che hanno regalato,insegnato e lasciato il loro profondo segno.
Pagherei una follia ,solo per un sorriso reale, di una sberla di mio padre, di una carezza protettiva di mia madre, di un vaffanculo del mio amico, dello sguardo del mio cane.
Non sono in condizioni di pagare niente più di quanto mi serve per vivere in questo momento, ma sicuramente, Loro, vogliono così, farmi ritornare al più semplice e spontaneo modo di vivere, proprio come al tempo di quando aprii gli occhi la prima volta , dominare il superfluo e sprofondare nell’ oceano di quel amore raro e vero che rende purpuree le guance e che purtroppo è scomparso un po’.
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