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Ode alla moka

Ma cosa ne sanno loro?

Cosa ne sanno all’ estero della magia di una moka?

Loro, con i loro beveroni da cavallo: ettolitri di acqua con quella polvere liofilizzata.

Ma chi ha dato loro l’ardire di chiamarlo caffè?

Cosa ne sanno del piacere di macinarlo, prepararlo , con quella moka che ha visto intere mattinate di vita ed è ancora lì a darti il buon giorno e la buona digestione.

Per non parlare della musica che proviene quando il caffè sobbalza bollente come lava . Puoi avere mille e mille cose in testa ma il tuo essere viene rapito da quel suono armonico che è il preludio a quel magico aroma che si insinua in casa .

Cosa ne sanno quelli che premono un pulsante in quelle caffettiere di cristallo zeppe di “intruglio” ? Ma anche quella capsula-mania che spazia in giro, tutte figlie della fretta che non ti lascia nemmeno partorire anche quei cinque minuti di attesa di una moka.

Adoro la moka , ne ho tenuta una anche senza manico che si era rotto, mi scottavo a volte, ma chissenefrega, mi scocciava proprio lasciare quell “oggetto” che mi aveva accompagnato da sempre.

Ne ho una anche in macchina con il suo necessaire, nel bagagliaio , pronta ad ogni evenienza nel suo zainetto da portare ovunque.

Chi non riesce ad aspettare quei magici minuti di una moka ha paura del tempo , quando è il tempo che dovrebbe aver paura di te.

Un altra vita

Mi immagino, a volte , di camminare in una vita di Anime andate : Anime care , sia esseri che animali.


È un sentiero che serpeggia tra rododendri di montagna , per poi scendere ad accarezzare ortensie rigogliose.
C è un aria di festa, la preannunciano cardellini a frotte, giustamente liberi dall egoismo umano che li vuole dentro gabbie atroci.


Cammino e respiro profumi di infanzia , di quel mondo meno esasperato e stuprato da continue rincorse economiche, a volte scellerate. Percepisco il sussurro delle piante che raccontano generazioni intere passate sotto i loro maestosi rami . Sono scalzo , sento i germogli bussare sotto i piedi e vorrei proprio volare per non deturparli. I fiori , qui, sono immortali , nessuna mano mai li coglierà , rispetto per loro e per i giusti occhi di Monet e di Renoir.


È un sentiero con continue anse e promontori che sussurrano amore verso acque intonse di un azzurro che irradia gioia .


I primi che arrivano sono i miei cani , di corsa e con le orecchie che svolazzano . Hanno gli occhi così spalancati che ci cado letteralmente dentro :Non ho mai spesso di pensare a loro e lo sanno bene.

Ed ecco che mi appaiono i miei genitori , con lo stesso sorriso di quando nacqui. Non riusciamo a parlare , anche non possiamo accarezzarci; per quello son felice di aver ricevuto e donato loro tante carezze in vita.

È concesso solo far parlare l’anima tramite la luce degli occhi : i nostri luccicano proprio .

Così risplendono quelli di Nonna e Nonno e quelli di un caro amico, forse l’unico vero avuto.

Lontano , molto lontano, facce tristi di persone che mi hanno causato del male., non necessariamente materiale.
Vorrei incontrare anche queste ultime per raccogliere o offrire quel perdono sempre quasi negato: non mi è concesso, forse c è ancora da aspettare, non siamo ancora pronti .


Tutto finisce quando l’alba reclama spazio, apro gli occhi un po’ a malincuore e vedo la mia vita reale corrermi addosso .
Alla fine il pensiero è sempre quello: ragazzo, cerca il bene e la semplicità di vita , non si può rinunciare a quegli occhi e a quei sorrisi.
(tc2022)

Ogni tanto arrivano.
Sono momenti che rovisti dentro la tua anima e cominci un po’ a chiederti cose.


Non c è un obiettivo particolare, ma un insieme sparso, spesso collegato in modo più o meno ligico.Rivedi i bivi che la vita ha presentato durante il percorso e rivedi le scelte intraprese.


È come passeggiare nella natura lungo quel comodo sentiero messo in totale sicurezza , condiviso da molti che ti fanno sentire meno solo, ma che a volte infastidiscono con inutili sconsacrati schiamazzi, e poi incontrare una o più diramazione .
Attrazione.
Esattamente così, siamo attratti da quella nuova via , appena accennata da qualcuno che ha sfidato la vegetazione intonsa; forse una persona o magari un animale.


“Qualcuno è ben passato e anche non si è fermato , sembra che la via prosegua.”


Il pensiero scivola nella mente come una goccia di rugiada su un fiore ancora socchiuso. Allora ti viene voglia di lasciare la comodità di una strada sicura , di lasciare la confusione attorno , di gente che ti rifocilla di risposte loro e che in quel momento di pensieri tuoi arrecano molto fastidio alla tua concentrazione.
Ci pensi , eccome se ci pensi .


“Ma si proviamo dai”


Allora ti senti dentro l’animale che ha disegnato quella parvenza di sentiero e inizi a calpestare quel suolo incerto .


Sei concentrato , eccome se lo sei, osservi ogni singolo passo prima di farlo, quelle frasche che impediscono la visuale danno fastidio , senti qualche rovo che richiama fuori un po’ il tuo sangue: Vorresti tornare sui tuoi passi, la via si fa acerba .


“Ma quell animale ha proseguito “


beh, ti viene di pensarci .
Pensi proprio che anche lui , stesse cercando un posto dove sentirsi più tranquillo, più sicuro.


Prosegui e quando ti rendi conto di essere in una situazione un pochino preoccupante e in un territorio ostile , desideri per un attimo mollare davvero il colpo e tornare indietro su quel comodo sentiero a rimuginare pensieri e cercare risposte , oppure a riascoltare consigli che ti danno “ gli altri”.


La fatica corrode i muscoli , anche un po’ la fame bussa . Niente , prosegui , prosegui, qualcosa dentro ti spinge forte.


Improvvisamente , quando tutto sembra sia stato vano, ti appare quella meravigliosa radura attraversata da un fresco torrente .
C è anche un daino che si abbevera , forse quello che ha creato la via.


Acqua, fresca acqua , affondi il capo in quei cristalli zampillanti e ti senti addosso una nuova vita ,giusto per un semplice sorso d’acqua.

Osservi quel daino che , sorprendentemente non fugge , anzi sembra quasi che ti sorrida .
In quel momento senti proprio l’istinto tuo che sorride , pensieri, domande, risposte, spariscono: è l’inizio di una nuova entusiasmante vita.
(TC2018)

Madre Terra

La Terra è la nostra vita, letteralmente parlando.

Vive, pulsa, regala vita e cibo , per noi e per tutti i suoi figli. Non c è come rispettarla per farla risplendere nelle sue offerte.

Chi ha primavere antiche sul groppone sa benissimo della sua importanza.Intere generazioni hanno tirato avanti anche nei momenti più bui: “ in temp de guera gh’è minga cumè la tera”: Mio nonno me lo ripeteva come una filastrocca.

Non c’è malvagità umana peggiore che l’usurpazione, lo sfruttamento intensivo, per turpi motivi di lucro. Si assiste sempre più a sfaceli per creare pseudo strutture abitative o “sportive”, molto spesso abbandonate dopo la mediatica manifestazione, non ultimo quei paladini del rock che pretendono di usarla a proprio piacimento con blasfemia, travestendosi in panni ecologici di facciata. È inutile affermare che dopo il trambusto, sia invasivo che acustico , tutto viene riportato “meglio di prima” . Meglio di prima non esiste proprio, per ricomporre anche il più semplice ecosistema ci vogliono anni: anche il più piccolo uccello, insetto , arbusto, ha il suo ciclo di vita, habitat e bisogna rispettatelo, per quelle cose vi sono stadi e strutture.

È la stessa storia di quelli che abbattono gli alberi per far spazio ad oscenità varie e poi asseriscono” no però ne ripiantiamo altri”: intanto avete raso al suolo decenni di vita.

Siamo da un po’ al punto di non ritorno e la Terra non riesce più a riprodurre il fabbisogno : un vero dramma.

Siamo Terra anche tutti noi e tutti ritorneremo a Lei , siamo polvere che il vento disperderà, siamo solo dei microbi che hanno passato un infinitesimale momento della sua esistenza; la Terra ha cavalcato i secoli , alcuni alberi hanno visto la storia sotto le loro fronde, cullato pensieri e trattati: chi siamo noi per cancellare ciò?

Piccoli esseri che pretendono di dominare l’eternità; non ci riusciremo affatto, dovremmo solo che ripararci in qualche modo dalla sua collera naturale . L’unico modo per evitare tutto ciò è ricominciare a rispettare questa nostra grande Madre.

La mente è un enorme ripostiglio, forse il più grande in assoluto. Li si accumulano i pensieri di tutta una vita, dai più delicati a quelli più esasperati.

L’ Anima è il giudice che in un certo modo li tiene ordinati e assicura un equilibrio per mantenere la rotta esistenziale. Spesso questo equilibrio si rompe a favore della mente e allora si volge verso direzioni fuori controllo.
Non sono necessariamente comportamenti materiali ,più o meno violenti, possono essere anche situazioni di malessere psicologico , fisico, che opprimono tutto il resto e condizionano qualsiasi attività comportamentale, creando un isolamento dal mondo che circonda e persino dagli affetti.

Non ci sono rimedi immediati, tanto meno lo sono i farmaci o le droghe , quelli servono solo ad addormentare temporaneamente per creare un senso di benessere psicofisico, l’unica ricetta è quella di reagire e lavorare , anche a fatica, per il rispetto di se stessi e valorizzare la spinta interiore che solo l’Anima riesce a dare.

Persino il peggiore dei criminali , quando si trova solo con se stesso , ha davanti a se la devastazione che ha creato ad altri ma soprattutto a se, e state certi che i conti gli vengono presentati.

C è sempre il tempo di redimersi o uscire dal caos , così come quello di lottare per una malattia e non farsi dominare dalla stessa, basta solo seguire l’onda naturale che ci è stata innestata alla nascita: Quell’onda basata sullo spirito innato di sopravvivenza e rispetto della vita.

Siamo tutti nati semplici, poi , qualcuno o qualcosa ci ha privati, plasmandoci a sua somiglianza, dell’ esatta dimensione e di quel equilibrio innato, proprio come tutti gli animali di questa meravigliosa Madre Terra: l’uomo , sebbene si arròghi il diritto di essere l’essere intelligente per eccellenza, non è altro che un appartenente della catena animale e dovrebbe umilmente scendere da quel piedistallo.

I forti non sono i potenti o i prepotenti, i forti sono quelli che riescono a capire gli errori propri o quelli causati da altri e farne tesoro per redimersi, aiutare altri a comprendere , magari ritornare un po’ bambini e amare la vita nel modo più semplice e puro, in un certo modo spogliarsi dal superfluo e da pressanti ambizioni.
È l’unico modo per sconfiggere tutto e tornare a sorridere.

Vero che ci sono fatti tristi, soprattutto fisici, che non si riescono purtroppo a superare, ma almeno ci si arriva con un certo sorriso per avercela messa tutta , combattuto allo stremo, proprio come le leggi di quella Natura a cui tutti apparteniamo.

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